Il presidente della Sezione Energia di Confapi Matera, Francesco Calbi, commenta la decisione del Governo di impugnare la legge regionale sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, legge duramente contestata dall’Associazione.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Gelmini – osserva il presidente Calbi – ha impugnato la legge regionale n. 30 del 26.7.2021, promuovendo la questione di legittimità costituzionale, perché si pone in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di fonti rinnovabili, violando l’art. 117 della Costituzione, quello che disciplina la potestà legislativa dello Stato e delle Regioni.

La Sezione Energia di Confapi Matera, nel corso del lungo iter legislativo del provvedimento, si è opposta all’approvazione della legge, sostenendo anche un’audizione nella competente Commissione consiliare con la consegna di documenti a supporto delle proprie tesi.

Abbiamo più volte fatto presente che quella legge, in vigore dal 2 agosto scorso, si pone in contrasto con la normativa nazionale, fissando il limite della potenza massima degli impianti fotovoltaici a 3 MW e non individuando chiaramente le aree da destinare alla produzione di energie rinnovabili.

Mentre l’Europa e l’Italia intraprendono la strada della transizione energetica, la Basilicata cerca di percorrere una via autonoma, rischiando di soffocare il settore delle rinnovabili che ha grandi prospettive di crescita economica e occupazionale. Si tratta, infatti, di uno dei pochi settori che non ha subito contraccolpi dalla crisi pandemica e che rischia adesso di essere cancellato da una legge che il Consiglio regionale si è intestardito a volere approvare a tutti i costi, nonostante le critiche piovute da più parti, non solo da noi.

Questa legge, inoltre, azzerando la produzione di energia da fonti rinnovabili, si pone in netto contrasto con gli obiettivi climatici europei e mondiali di riduzione delle emissioni nette di C02, e in totale disaccordo con le misure messe in atto dal Governo centrale per portare in tempi stretti alla decarbonizzazione. Un settore promosso a livello mondiale, europeo, nazionale, viene incomprensibilmente respinto a livello regionale.

Non dobbiamo sottovalutare – conclude l’ing. Calbi – che il settore delle rinnovabili potrebbe orientare le politiche formative per i giovani lucani, trattandosi di tematiche e settori che ci accompagneranno nei prossimi decenni.

Ci auguriamo adesso che la Corte Costituzionale sancisca che le legge in questa eccede le competenze della Regione Basilicata, come sollevato dal Consiglio dei Ministri nel promuovere la questione di legittimità costituzionale. Del pari, attendiamo che la Corte si pronunci anche su un’altra legge regionale impugnata dal governo, quella su APIBAS relativa alle industriali.

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