Si è tenuto venerdì scorso presso la sede dell’Università degli Studi della Basilicata un incontro tra il presidente e il direttore di Confapi Matera, Massimo De Salvo e Vito Gaudiano, e il rettore e il direttore generale di Unibas, Ignazio Mancini e Giuseppe Romaniello.

L’incontro ha avuto lo scopo di stabilire un percorso condiviso di relazioni tra l’Università della Basilicata e l’Associazione e di collegamenti tra il mondo accademico e il sistema imprenditoriale delle piccole medie imprese.

“Grazie alla disponibilità del rettore e del direttore generale di Unibas – ha dichiarato il presidente De Salvo – intendiamo stabilire una proficua collaborazione a vantaggio delle aziende del territorio, sia per incrementare la partecipazione ai bandi di ricerca e sviluppo, sia per potenziare la didattica attraverso tirocini formativi e curriculari in relazione ai corsi di laurea”.

“Intendiamo in tal modo facilitare l’ingresso o il reinserimento nel mondo del lavoro dei giovani e meno giovani che si confrontano con l’Università”. “Dopo la pausa natalizia ci incontreremo nuovamente per intensificare la collaborazione di cui oggi abbiamo posto le basi”. “Le aziende hanno tutto l’interesse a instaurare uno stretto rapporto con l’Università sia per migliorare la qualità del management che per vedersi trasferire innovazione e ricerca”.

Il rettore Mancini ha ribadito l’importanza di potenziare la relazione tra la didattica e ricerca universitaria e i fabbisogni formativi delle imprese lucane, agevolando anche il trasferimento tecnologico dall’Università al sistema delle Pmi. In quest’ottica, rafforzare il collegamento con il settore economico e produttivo significa anche consentire agli studenti, a valle dei percorsi didattici, di frequentare stage presso le imprese locali, che operano in un contesto problematico spesso sconosciuto ai più.

Il direttore di Confapi Matera si è soffermato sulla necessità di rafforzare la relazione che l’Ateneo lucano e ha con il tessuto economico-produttivo della Basilicata, al fine di intensificare quell’interscambio culturale che consenta da un lato, alle imprese di disporre di competenze altamente qualificate e orientate ai processi produttivi locali, dall’altro, ai giovani laureati di non emigrare altrove, disperdendo il patrimonio di conoscenze accumulato, a beneficio di altri territori.

Il direttore generale Romaniello ha condiviso l’idea che il potenziamento dell’offerta didattica e formativa e della qualità dei servizi per gli studenti potrebbe creare un interessante mercato, innescando circuiti economici e trattenendo in loco i nostri giovani laureati, offrendo loro prospettive di lavoro in simbiosi con il sistema imprenditoriale locale e rendendo ancor più interessante l’Università ai giovani locali e a quelli del vasto bacino dei comuni murgiani limitrofi.

 

 

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