“Dal POA (Piano Operativo Annuale 2020) sparisce il quadro economico e
l’accordo con i sindacati del 2018. Nessuna garanzia di finanziamento,
neanche in forma previsionale, nessuna annessa garanzia del mantenimento
delle giornate lavorate nel 2018 e 2019 per l’intera platea (anziché
migliorare quell’intesa, ora ridotte per tutti a massimo 151 giornate
contributive CAU). Il turn over passa dall’impegno di rimpiazzare il 100%
dei pensionanti del 2018 a un insignificante 15% (previsti in 5 anni sino
al 2027 su 904 pensionanti solo 130 nuovi ipotetici neo-assunti).

E’ palese ed evidente, quindi, la volontà politica di questa maggioranza
centro destra a trazione Lega e dell’Assessore “fresco di delega” Fanelli
che, a pochi giorni dal ricevimento della competenza, ha come primo
atto proposto alla Giunta il Piano approvato mercoledì scorso. Si vuole
accompagnare il settore verso la rapida dismissione senza una visione
compiuta e con l’unico obiettivo di risparmiare sui prossimi bilanci
regionali, aumentando però l’onere della delega al Consorzio di Bonifica
dal 3 a 4% dell’importo lavori.

Il tutto assume la dimensione del grottesco, dopo aver ascoltato le
nebulose e – a questo punto contraddittorie – dichiarazioni dell’Assessore
Fanelli avvenute in seconda commissione giovedì scorso, per altro a POA
approvato, che nel confermare la partenza dei cantieri per il 3 giugno,
ha espresso la volontà, a questo punto solo a parole, di garantire le
giornate del 2019 e del 2018.”

Lo dichiara il consigliere Luca Braia (Italia Viva), capogruppo in
consiglio di Italia Viva.

“La DGR 349 del 27 maggio 2020 – prosegue Braia – è stata pubblicata questa
mattina sul BUR, il testo riporta le misure intraprese, data l’imminenza
apertura dei cantieri prevista per il 3 giugno come da annunci fatti. Al
Piano Operativo Annuale che, di fatto, da il via alle attività di
forestazione 2020 manca un quadro economico utile a comprendere dove si
intendono reperire potenzialmente i fondi per i quali vi è una garanzia
solo teorica.

Lo stesso amministratore del Consorzio di Bonifica Musacchio, in audizione,
aveva parlato di un progetto da 54,3 milioni di euro. Eppure questo POA,
per come deliberato, non contiene alcun dato di costo, neanche previsionale
di sintesi, delle fonti di finanziamento. Credo sia anche formalmente
impossibile che un progetto di così importante impatto sul bilancio
regionale, non contenga questi dati minimali e prioritari, senza i quali
tutto sarà affidato ai piani stralcio, quando e se arriveranno.

Sono sparite anche quelle progettualità speciali del recente passato che
avrebbero potuto cominciare a orientare le attività verso quella
forestazione produttiva che – a questo punto – diventa sempre più una
chimera.

Non esistono più, infatti, le attività propedeutiche al recupero funzionale
in ottica turistica di aree importanti come Monticchio e la Costa Ionica,
Maratea o Pollino e non c’è traccia di progetti per utilizzo virtuoso della
biomassa per generare energia o di valorizzazione della filiera legno o
dell’economia del bosco in generale, cosi come chiaramente scritto nel
progetto di riforma che accompagnava – nel 2018 – il Piano ed era il
presupposto su cui – continuo a reputare – debba nascere l’Agenzia
Forestale, come da mia proposta di legge che il collega Quarto si ostina a
non voler portare in discussione in terza commissione da oltre 7 mesi.

Uniche attività di prospettiva – per amore di verità – sono quelle legate
alle attività formative per tecnici progettisti e il “progetto speciale”
legato ai cinghiali nel Parco Gallipoli Cognato.

Oggettivamente veramente troppo poco per fugare i dubbi, alimentati anche
da proposte intempestive e senza una progettualità compiuta, di utilizzo
della platea per le attività agricole a privati. Perché non invece, come
dovrebbe essere, all’interno dei nostri vivai regionali da rivalutare o
dei 350.000 ettari di bosco (1/3 del territorio regionale)? Un patrimonio
immenso ambientale, con una biodiversità tra le più varie in Europa che
rischia così di distruggersi invece di essere interessato da un grande
progetto di tutela e valorizzazione che solo una agenzia costruita allo
scopo può fare, avviando un fortissimo turn over in grado di ringiovanire e
qualificare una platea che – come ben ribadito nello stesso POA – non può
più assolvere al proprio compito.

Mi attendevo, dopo 12 mesi di governo, un passo forte in avanti e un
investimento importante sotto l’aspetto organizzativo, umano, progettuale
oltre che un incremento di risorse utili a stravolgere in positivo questo
segmento di Basilicata, per rilanciare e meglio sfruttare il patrimonio
ambientale, fatto di acqua e foreste da cui tantissimo la Basilicata può
ricevere in chiave economica di ritorno diretto e indiretto. Se solo
sapesse il Governo Regionale considerarlo come fondamentale, unico e
attrattore anche turistico, di produzione agricola e di processi legati
alla green-economy.

Per discutere di queste criticità che ho rilevato – conclude il Consigliere
Braia – e avere le assicurazioni necessarie, *chiederò una nuova audizione
nella terza commissione competente, sia dei sindacati che dell’Assessore
Fanelli.* E’ urgente per tutti, dopo la attenta lettura del piano operativo
2020, comprendere realmente quali siano le intenzioni politiche per un
settore che consente lavoro e dignità a oltre 4000 addetti che hanno tutto
il diritto di sapere quale futuro li aspetta”.