“Il vertice europeo di ieri ha deciso che il piano di ricostruzione è necessario ed urgente. Questo segna un indubbio ed importante successo. La vera battaglia tuttavia inizia ora”.

Così dichiara il senatore Pd Gianni Pittella, Vicepresidente della Commissione Politiche dell’Unione europea.

“Il governo italiano ha condotto in Europa una negoziazione limpida su due elementi essenziali: dotarsi di una potenza di fuoco rilevante per affrontare la drammaticità della fase e farlo per il tramite di strumenti che non aggravassero in modo insostenibile il nostro debito pubblico. Non è facile negoziare in un quadro in cui i Paesi già protagonisti delle politiche del rigore e di un approccio quasi sovranista all’integrazione europea scoraggiano forme di mutualizzazione del debito e fanno il paio con i sovranisti nostrani. In fondo, perché il grido ‘Prima l’Italia’ non dovrebbe trovare in quello di ‘Prima l’Olanda’ il suo parente più prossimo? La coabitazione in Europa è complessa e gli interessi a volte sono così contraddittori che serve una giusta dose di spinta ideale e realpolitik. Per questo aver ottenuto ieri la decisione unanime sul Recovery Fund è un risultato politico che si deve anche all’iniziativa di un fronte di alleanze ampio di cui siamo protagonisti. Ma la vera partita comincia adesso perché alla Commissione sta l’onere di definire l’ordine di grandezza, l’equilibrio tra sussidi e prestiti e, fatto decisivo, i tempi di utilizzo concreto dello strumento. Collegarlo al nuovo quadro di risorse del bilancio europeo ci fa per un verso guadagnare un risultato insperato di raddoppio del budget dell’Unione, per un altro rischia di allungare i tempi se non sarà prevista una soluzione ponte che consenta un anticipo consistente di risorse. Faccio per questo appello alla Commissione europea perché lavori nelle prossime settimane con lo spirito e la consapevolezza che hanno animato le trattative di questi ultimi giorni e mitigato le asperità degli stati del nord. Servono presto risorse rilevanti che ridiano fiato al turismo, ai trasporti, all’agricoltura, al manifatturiero e alla straordinaria occasione di riconversione di interi settori della nostra economia alla sostenibilità ambientale. La battaglia comincia ora e accanto al nostro governo, i parlamenti italiano ed europeo faranno sentire, devono far sentire la propria voce, ferma e alta, per la ricostruzione civile, sociale ed economica dell’Europa”.

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