“Se Barile ha deciso di candidarsi o ambisce ad altro incarico, lo inviterei a non usare la pandemia e la salute dei lucani come trampolino di lancio. Le sue dichiarazioni, riportate oggi (ieri per chi legge, ndr) sulle pagine del quotidiano La Nuova del Sud, sembrano finalizzate ad avvelenare il clima nella gestione dell’emergenza sanitaria, nel tentativo di ricavarne un personale ritorno d’immagine. In momenti come quello che viviamo, il pronome personale ‘io’ dovrebbe lasciare spazio al ‘noi’. Trovo assurdo che nelle tante affermazioni critiche di un addetto ai lavori siano completamente assenti i dati che fotografano la realtà lucana, mentre abbondano le considerazioni di natura politica”.
È quanto dichiara l’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, commentando l’intervista rilasciata dal dottor Vincenzo Barile, ex componente della Task force Coronavirus, al quotidiano La Nuova del Sud.
“In effetti, i dati non vengono citati perché danno ragione alle scelte strategiche messe in campo dalla Regione, di cui il dottor Barile ignora l’esistenza. L’indice Rt – aggiunge Leone – sta progressivamente scendendo, senza che abbiamo mai realmente rischiato di entrare in zona rossa. Anzi, il viceministro Sileri al Crob di Rionero in Vulture ha detto che abbiamo concrete possibilità di tornare tra le aree gialle. Probabilmente, se Barile avesse partecipato alle riunioni della Task force di cui faceva parte, assieme ad altri 26 componenti, sarebbe informato sul fatto che una programmazione c’è stata e si concretizza in atti che ci stanno guidando nella gestione dell’emergenza. Barile dovrebbe conoscere le delibere del governo regionale 434 e 437 dello scorso mese di luglio sull’organizzazione della rete territoriale e sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Siamo arrivati – prosegue il componente del governo Bardi – a una media di circa 2000 tamponi giornalieri, ben al di là delle indicazioni dell’European Centre for Disease Prevention and Control che prevedono l’effettuazione di 250 test ogni 100 mila abitanti. Mentre in Basilicata sul tracciamento contiamo 70 addetti, tra operatori dedicati e altri appartenenti alle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, quando ne basterebbero 55 in base agli indirizzi dello stesso organismo europeo”.