Sarde a colazione. Anche no. Meglio un cornetto da Tiri. Le elezioni sarde sono state prese come spartiacque da tanti “analisti” della politica lucana, che da mesi non sanno più che scrivere sulle future regionali. Ma in realtà la partita è differente. Già chiusa quella sul Bardi bis, anche perché dopo il flop di Truzzu, voluto dallo stato maggiore di FDI (che in Sardegna ha preso il 13%), non ci sarà un altro errore simile, un po’ perché FDI non ha classe dirigente, non solo in Basilicata a onor del vero e un po’ perché FDI non ha mai indicato un nome reale, essendo in Basilicata lacerata al proprio interno.

E poi c’è la Lega: dopo il flop sardo non può reclamare alcunché, oltre al fatto che la Lega lucana è ormai ridotta ai minimi termini e rischia di raccogliere una percentuale sarda (il 3,7%).

Insomma, a Roma si terranno alla larga da decisioni con valore nazionale, anche per poter scaricare sul territorio eventuali risultati non positivi.

Non solo, ma mentre Solinas era ultimo in classifica tra i governatori e Truzzu terzultimo tra i sindaci dei comuni capoluogo, ben differente è il gradimento di Bardi nei sondaggi (superiore anche a quello dell’abruzzese Marsilio, altro FDI a rischio bocciatura).

Insomma, il Bardi bis non è in discussione. Altro discorso è poi vincere le elezioni. E nel centrodestra, soprattutto lato FDI, c’è chi tifa per il “tanto peggio tanto meglio”.

La vittoria inaspettata di Alessandra Todde ha un valore a ogni modo limitato: a differenza della Sardegna, in Basilicata non c’è il voto disgiunto e nemmeno il voto di opinione. La Todde è partita mesi prima e aveva un profilo “giusto”, fresco e nuovo, mentre il centrosinistra lucano litiga da mesi e il dibattito è monopolizzato da vecchi arnesi, Chiorazzo compreso che è in politica dai tempi dell’Udeur di Mastella. E poi, come in Sardegna, le liste di centrodestra sono più forti. Soprattutto se le forze centriste dovessero unirsi al Bardi bis. Proprio stamattina Carlo Calenda di Azione ha dichiarato che: “Alle Regionali correre da soli, pur con un progetto come è successo in Sardegna e in Lombardia con Letizia Moratti non è fattibile e non lo faremo più”.

Con chi andrà a questo punto Pittella?

Il risultato sardo ha sicuramente indebolito l’opzione Chiorazzo e non a caso la Schlein, dopo aver esautorato Speranza, pare stia puntando su un profilo più giovane e soprattutto donna, per replicare in Basilicata quanto andato in onda in Sardegna, un profilo nuovo sul quale il M5S non potrà dire di no. Ma di Todde, in Basilicata, non ce ne sono.

Forse se si fosse continuato ad aver fiducia nel segretario regionale Raffaele La Regina, chissà magari oggi il campo largo democratico potrebbe raccogliere qualcosa in più delle imposizioni di bande e soliti veti.

Ma questa si sa è ormai tutta un’altra storia.

A questo punto Angelo Chiorazzo, che da mesi è in campagna elettorale, potrà tentare la corsa in solitaria, forte di una dotazione economica “alla Soru”. Oppure accettare l’umiliazione del “passo indietro”. Difficile il “posto sicuro” alle Europee, che nessuno può garantirgli, tranne De Luca ed Emiliano che però hanno già i propri candidati in funzione anti Schlein.

Insomma, quello lucano è un altro film. In attesa di quello abruzzese e piemontese. Ma esagerare il valore politico del voto sardo e replicarlo su altri territori, è l’errore blu che sta facendo il centrosinistra.

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