É lo zeitgest, lo spirito del momento. Oppure il solito malcostume lucano. Tipo Chiorazzo che fa il grillino dopo un passato nell’Udeur di Mastella. Ci sta, è la politica, che soprattutto al Sud regala perle. Così, il passaggio fuori tempo massimo di Nario Aliandro dalla Lega a Forza Italia serve solo a Bardi e per indebolire ulteriormente Pepe nella corsa alla candidatura.

A ogni modo, come ha detto oggi Salvini a Cagliari, si chiuderà tra Capodanno e la Befana. Finalmente. Non se ne poteva più.

Torniamo al Consiglio regionale fluido. Hanno cambiato gruppo consiliare, rispetto al 2019, da sinistra a destra, Pittella, Polese e Braia (quest’ultimo che ha scelto Iv dopo una lista civica), Zullino, Viziello, Merra, Leone, Coviello, Quarto, Cicala, Baldassarre, Giorgetti e il buon Aliandro. Sono rimasti al proprio posto solo i forzisti Piro e Bellettieri, il leghista Fuina (che alle politiche però al Senato votò Pittella), Trerotola, Cifarelli, Perrino e Leggieri (già abbondantemente promessosi a Chiorazzo). Se dimentichiamo qualcuno, siamo pronti a correggere, ovviamente.

La fluidità è dunque un segno dei tempi, la politica in Italia ha in fin dei conti anticipato questa tendenza e in Basilicata il tutto è amplificato dall’assenza dei partiti, un limite strutturale, dovuto sia a una classe dirigente egoriferita e incapace di andare oltre il proprio “io” del paese di provenienza e poi a una cifra elettorale troppo bassa per essere eletti in Consiglio regionale.

Avanti il prossimo.

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