“Rilanciare le diverse aree della nostra regione, accogliendo la sfida dell’innovazione tecnologica, della ricerca e della salvaguardia ambientale, investendo al contempo sulla creazione di reti tra soggetti pubblici e privati, è tra le priorità del governo lucano. Ed è con questo spirito che, sin dall’inizio, abbiamo condiviso il progetto ‘Green Digital Hub Basilicata’ che punta a riqualificare e potenziare dal punto di vista infrastrutturale l’area industriale di Tito scalo”. È quanto dichiara il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

“Un percorso che apre la strada a molteplici opportunità, anche in vista della Zes unica del Mezzogiorno, e che vede la Regione accanto al Cnr, soggetto proponente, all’Università degli studi della Basilicata, ai Comuni di Potenza e Tito, ai clusters lucani e ad altri soggetti impegnati sul tema” aggiunge il presidente Bardi.

“Con il Green Digital Hub – prosegue il presidente – non andiamo a realizzare un incubatore in attesa di chissà quale destino, ma investiamo circa 55 milioni di euro, di cui oltre 30,5 come Regione Basilicata, sulla valorizzazione di spazi e aree in cui sono già avviate attività di ricerca e trasferimento tecnologico. Per ogni euro investito, il ritorno per la società sarà di 1,71 euro che si tradurrà in un incremento della competitività dell’ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione in Italia e in Europa”.

Il progetto prevede due interventi: il primo riguarda la riqualificazione sismica, energetica e funzionale degli immobili sede dell’area territoriale di ricerca del Cnr di Potenza, con l’ottimizzazione degli spazi e del layout interno, la realizzazione di un ambiente con relativi impianti tecnologici per ospitare il nuovo Data center, un adeguamento degli impianti tecnologici con installazione di sistemi di generazione fotovoltaica e il completo rifacimento della rete informatica in fibra ottica; il secondo intervento riguarda la realizzazione di 8.139 metri quadrati di superfice edificata e un volume corrispondente di 50.244 metri quadrati. Saranno realizzati 5 edifici dal punto di vista strutturale identici per dimensioni e orientamento, ma differenti per la diversa articolazione degli spazi. Altri due edifici di maggiori dimensioni ospiteranno i laboratori.

“Gli studi condotti – conclude Bardi – dimostrano come con questo progetto, tra le altre cose, registreremo un incremento del tasso di occupazione dei giovani laureati e andremo a contrastare il fenomeno migratorio di personale qualificato. Così come creeremo le condizioni per sensibilizzare maggiormente istituzioni, soggetti economici e cittadini sui temi legati alla sostenibilità ambientale e alla resilienza ai rischi naturali. Inoltre, l’accesso a queste infrastrutture costituisce un valore aggiunto per progetti di formazione, attività dimostrative e testing da parte del sistema imprenditoriale”.