Il prossimo 7 febbraio si terrà la quarta asta per l’area dell’ex Pastificio Barilla che potrebbe finire in mani private, e di conseguenza la città di Matera perderebbe l’ennesima occasione per riappropriarsi di uno spazio a destinazione pubblica. A lanciare l’allarme è il gruppo Architetti Innovativi che evidenziano come al “progetto bandiera” proposto dal Comune di Matera per l’area in questione non sia seguito nessun atto concreto per destinare lo spazio ad una funzione pubblica.
“Per realizzare il progetto bandiera – affermano gli architetti Giovanni Martemucci e Sergio Venezia- il primo passo per il Comune è quello di acquistare la proprietà dell’area. Il Comune potrebbe essere il protagonista di una aggiudicazione a forte sconto: invece dei 16.700.000 Euro (valore reale dell’intero corpo, cioè fabbricati e area) potrebbe acquistarlo a 5.250.000€ perché siamo ormai al quarto ribasso. Pertanto l’invito all’Amministrazione è quello di passare ai fatti dopo i proclami. Un “progetto bandiera” per il rilancio e la valorizzazione del sito dell’ex pastificio Barilla ha un senso soltanto dopo che il lotto diventa di proprietà pubblica. Solo in questo modo sarebbe possibile parlare di strategia ITI (Interventi territoriali integrati) di rilevanza regionale ed interregionale. Inviare da parte del Comune di Matera una bozza di documento strategico per la stesura della nuova programmazione Po-Fesr 2021-2027 presso la Regione Basilicata nell’aprile 2022 senza mettere in campo risorse e indirizzi, resta l’ennesima occasione persa per la città e l’ennesimo messaggio di propaganda”.
L’intero complesso che si offre ad un unitario e organico intervento di rigenerazione urbana, diventa un’occasione unica per la città di Matera: gli Architetti Innovativi vedono per tale area un progetto complesso con una regia pubblica o con un mix pubblico-privato, per realizzare un centro congressi e teatro, un polo fieristico, un albergo, un polo per lo sport e il benessere, un complesso multifunzionale e commerciale con annessi parcheggi sotterranei. Una rigenerazione urbana, ma anche culturale economica e sociale attraverso un’architettura moderna e attrattiva.
“Sperando che l’asta del 7 febbraio vada deserta, esortiamo il Comune di Matera – concludono i due architetti – ad attivarsi per acquisire l’area e successivamente pensare ad un progetto complesso, condiviso con la cittadinanza, da realizzare attraverso un concorso pubblico di architettura”.