«Adempiamo alle ultime volontà del Presidente comunicando alla famiglia dove potrà trovare il corpo dell’onorevole Aldo Moro». Si concludeva così la telefonata fatta dal brigatista Valerio Morucci a casa del professor Tritto, assistente di Moro, alle ore 12:13 di quel terribile 9 maggio del 1978.
Quei 55 giorni iniziati in via Fani terminarono quando forze dell’ordine, ambulanze, politici e giornalisti si riversarono in Via Caetani, al centro di Roma, luogo simbolicamente a metà strada tra via delle Botteghe Oscure, dove si trovava la sede del Partito Comunista Italiano, e piazza del Gesù, dov’era quella della Democrazia Cristiana.
L’immagine di quella Renault 4 rossa con il bagagliaio aperto divenne ben presto il tragico simbolo di un lutto nazionale.
“Il terrorismo toccò il suo punto più alto di aggressione allo Stato”, dichiara il Vice Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana -Di Sirio- “colpendo al cuore le istituzioni democratiche e scrivendo una delle pagine più cupe della storia della nostra Repubblica”.
Il barbarico assassinio del Presidente Moro continua Di Sirio “ferì profondamente la nazione e ne dilaniò il tessuto sociale, ma il popolo italiano seppe reagire mostrando unità e coesione”
E’ proprio in questo giorno che si celebra il Giorno in memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. La ricorrenza, fu istituita da una legge del 2007, unisce al ricordo di chi ha subito eventi drammatici, il sostegno morale e la vicinanza delle istituzioni e dei cittadini alle famiglie.
Ed è proprio da qui ,che i Dirigenti Politici e l’Intero Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana conclude il Vice Segretario , vogliono ricordare nella giornata del 9 maggio, la figura del grande statista ’On.le Moro che , non va ricordato solo come prigioniero e vittima della barbarie delle Brigate Rosse ma anche e soprattutto , come uomo non attaccato al potere, persona mite e duttile nelle modalità d’incontro, coerente nei ragionamenti e tenace nelle convinzioni, fu un grande intellettuale, un giurista, un credente, un fine interprete delle tensioni e delle passioni del suo tempo, un uomo del dialogo e della ragione.
Vincenzo Di Sirio
Vice-Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana italiana