Riceviamo e pubblichiamo la nota dei consiglieri di centrosinistra Pierluigi Smaldone, Vincenzo Telesca, Angela Blasi, Angela Fuggetta, Bianca Andretta, Francesco Flore, Roberto Falotico e Rocco Pergola in merito allo stato dell’arte del progetto “Magazzini Sociali – Solidarietà Circolare”.

“Siamo costretti, attraverso la presente, a portare all’attenzione dell’intera comunità un fatto molto grave: ancora una volta, l’amministrazione a guida Lega mostra pochissima trasparenza nella gestione di progetti di rilevanza sociale per la città di Potenza.

Ci riferiamo in particolare alle stranissime azioni amministrative che la giunta Guarente sta mettendo in campo in merito all’avviso pubblico “Sistema regionale di recupero e distribuzione eccedenze alimentari e non” approvato con DGR n. 732 del 23/10/2019.

Rispondendo a tale avviso, diverse cooperative e associazioni di volontariato operative sul territorio, in totale sinergia con la Regione Basilicata, con l’Università degli studi della Basilicata e (ci pareva di aver capito) anche con il Comune di Potenza, hanno presentato un progetto che aveva ed ha l’obbiettivo di offrire soluzioni pratiche al tema
d’interesse dell’avviso pubblico.

Il Progetto si chiama “Magazzini Sociali-Solidarietà Circolare.” avente come proponente Capofila l’associazione “Io Potentino-Onlus”.

Altri soggetti proponenti sono la Caritas Diocesana e lo stesso Comune di
Potenza. Partner ufficiali di questa iniziativa di forte rilevanza sociale sono, il CSV (Centro Servizi Volontariato Basilicata), l’Università degli studi della Basilicata, l’ASP “San Carlo” di Potenza, l’ASL di Potenza, la BCC Basilicata, Coldiretti Basilicata, Confcooperative, ConUnibas – Consorzio Università della Basilicata, il Comune di Satriano di Lucania, il Comune di San Fele, il Comune di Tito, l’associazione Falchi della Lucania – Protezione Civile Potenza, la Fondazione Città della Pace per i Bambini Basilicata, l’Associazione di Promozione Sociale “Le rose di Atacama”, l’Auser Volontariato “Comunità solidale” di Potenza E.T.S, l’Auser Tirreno, il C.I.D.I. Potenza, la Cooperativa sociale “La Mimosa”, Slow Food Basilicata, Federconsumatori Potenza, Forcopim, il Forum Regionale Dei Giovani Basilicata ed infine l’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Basilicata e Calabria.

Un progetto che coinvolge enti, istituzioni, associazioni di categoria, volontariato, ordini professionali e cooperative, con l’obiettivo primario di di creare un sistema organizzato,
condiviso e partecipato, di recupero e distribuzione di eccedenze alimentari a favore delle persone in difficoltà economica residenti nel capoluogo regionale e nei Comuni del suo hinterland contribuendo in tal modo alla realizzazione di un vero e proprio sistema regionale come auspicato dalla L.R. n. 26 .

L’amministrazione comunale di Potenza procede, dunque, alla richiesta dei locali idonei per l’attuazione del progetto all’Università degli Studi della Basilicata e, con delibera della Giunta Regionale dello scorso Marzo, si ottiene un finanziamento di 221.000 euro da destinare al progetto.

Fin qui, tutto bene.

Non fosse altro che, apprendiamo da delibera di giunta regionale dello scorso 17 Luglio, che il Comune ha richiesto (ed ottenuto) “Un contratto di comodato d’uso dell’Immobile di proprietà della regione Basilicata sito in Potenza alla Via Messina – Via Ancona al Comune di Potenza per il deposito di prodotti destinati al Banco Alimentare”.

Un progetto fotocopia a spese dei contribuenti?

L’elemento incredibile di tutta questa vicenda è che l’Amministrazione Comunale di Potenza pare aver condotto una “trattativa” parallela con la Giunta regionale senza informare e coinvolgere tutti i soggetti proponenti e i partners del progetto iniziale.

Un fatto di una gravità assoluta.

Tra l’altro, si impegnano nuove risorse (il costo di un locale da riqualificare quasi interamente di circa 1500mq) e si stravolge totalmente la logica di collaborazione tra associazioni, enti ed Istituzioni che aveva animato la scrittura ed il successivo finanziamento del progetto “Magazzini Sociali”. Ci risulta inoltre, avendo letto con attenzione la convenzione regionale, che il bene in questione non potrà essere concesso a sua volta ad altri soggetti (associazioni,cooperative,ecc.).

Pertanto, ricostruendo tutte le fasi della vicenda in questione, risulta evidente che il Comune, dapprima partecipa ad un bando regionale (già finanziato) coinvolgendo numerosi enti, associazioni,cooperative ecc. e successivamente procede a duplicare la medesima attività in autonomia (almeno per ora), essendo consapevole di sostenere una spesa che graverà ulteriormente sul bilancio comunale.

Per quanto ci riguarda, invitiamo il Sindaco e l’amministrazione comunale tutta a rispondere immediatamente alla richiesta di chiarimenti in merito avanzata poche ore fa dall’Associazione “Io Potentino Onlus”.

Si tratta dell’ennesimo “colpo basso” della destra al tessuto di solidarietà attiva che lavora per combattere le disuguaglianze sociali e la povertà vera e propria in questa città, soprattutto all’interno di un contesto di emergenza sanitaria ed economica tutt’altro che terminate. Si chiarisca immediatamente ogni singolo lato oscuro di questa triste
vicenda”.