Due Carabinieri Forestali, Donato Paolino, Comandante il Nucleo di Carabinieri Tutela Biodiversità di Badia S. Michele (loc. Monticchio Bagni facente parte del Comune di Rionero in Vulture) e il Carabiniere scelto, Rocco Curcio, sono agli arresti domiciliari.

Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Potenza a conclusione di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza – sezione reati contro la PA – e condotte dai militari del Nucleo Investigativo Carabinieri Forestali del Gruppo di Potenza.

Paolino e Curcio sono ritenuti responsabili di gravi e reiterati reati contro la pubblica amministrazione: peculato, truffa, falso e, per il solo Paolino, concussione

L’ attività investigativa , grazie alla leale e fattiva collaborazione della stessa Arma dei Carabinieri che non ha esitato a svolgere con puntiglio ed abnegazione, delicate indagini anche nei confronti di propri appartenenti, ha permesso di individuare ulteriori soggetti, sempre appartenenti all’Arma, non attinti tuttavia da misure cautelari, indagati per altri delitti contro la Pubblica Amministrazione.

L’indagine, svolta con continuità per alcuni mesi, si è concentrata sull’ accertamento di numerosi reati di truffa aggravata, falsità ideologica in atto pubblico, peculato, omessa denuncia di reato (tutti commessi dagli indagati per proprio tornaconto personale abusando delle proprie funzioni). E’ stata svolta anche mediante attività tecniche, servizi di osservazione, controllo, verifica e acquisizioni documentali, dichiarazioni assunte da persone informate sui fatti, vittime dell’attività vessatoria contestata.

In particolare, le indagini sono state avviate nel settembre 2019 in seguito alla denuncia presentata da un’operatrice commerciale di Rionero in Vulture che lamentava che Paolino, abusando della sua qualità di Pubblico Ufficiale, pretendeva di approvvigionarsi, e si approvvigionava, di generi alimentari e pasti senza pagare gran parte del corrispettivo.

Le investigazioni hanno consentito di documentare numerose condotte illecite da parte degli indagati, evidenziando un sistema consolidato di gestione dell’ufficio da parte del Comandante Paolino che, spesso con la complicità del Curcio, mediante numerose false attestazioni apposte sui registri (modelli) giornalieri compilati e sottoscritti per quantificare la durata della presenza in servizio, nonché l’ utilizzo del mezzo di servizio per frequenti e ricorrenti esigenze esclusivamente private e personali, riusciva a conseguire vantaggi illeciti a titolo di corresponsione di indennità aggiuntive rispetto alla ordinaria retribuzione.

Questa situazione veniva ulteriormente incrementata da un uso indiscriminato e illegale dei buoni pasto, che Paolino – servendosi impropriamente del proprio “status” e delle proprie funzioni – spendeva, come detto, pretendendo e ottenendo dal gestore dell’esercizio commerciale (convenzionato con l’ Amministrazione di appartenenza) generi alimentari dal valore economico molto maggiore rispetto al reale valore dei buoni posseduti, producendo così un rilevante danno patrimoniale alla vittima.

Fonte: UfficioStampaBasilica.it