“A seguito dell’accorata conferenza stampa della proprietà del Potenza Calcio, da uomo di sport e da uomo delle istituzioni, sento il desiderio di esprimere il mio pensiero e la mia proposta. La crisi sanitaria scatenata dal virus Covid-19 è foriera di crisi economica. Non sappiamo quanto sarà dura da affrontare e quanto durerà. Sappiamo solo che ci sarà. E bisogna prepararsi”.

Il consigliere comunale di Potenza, Francesco Giuzio

Lo sostiene il consigliere al Comune di Potenza di “La Basilicata Possibile”, Francesco Giuzio.

“Lo sport è uno dei settori della nostra vita che è stato sconvolto da questa pandemia. Il calcio e quindi il Potenza Calcio non fa eccezione. Era quindi immaginabile che si levasse un grido d’aiuto da parte dalla proprietà. Ma come poter aiutare? La mia proposta, e quella di tanti altri sicuramente, è quella dell’AZIONARIATO POPOLARE. Idea non semplice da realizzare, ma neanche impossibile. C’è, nel calcio che conta, una esperienza di questo tipo: il Barcellona. I blaugrana contano circa 144,000 soci in tutto il mondo, ciascuno dei quali versa una quota annua di euro 185. Fatte le dovute proporzioni questo stesso macro-modello potrebbe essere applicato al Potenza Calcio. Una quota minima annua, che da diritto ad essere socio. Una rappresentanza dei soci (estratti a sorte ogni anno) va a comporre l’Assemblea Generale. I suoi compiti sono approvare il bilancio e le modifiche dello statuto, autorizzare la vendita dei beni societari e i nuovi accordi di sponsorizzazione.

Tutti i soci eleggono, attraverso il loro voto, il PRESIDENTE della società. Che dura in carica per un periodo di tempo determinato (2 o 3 anni). Lo stesso presidente nomina una Giunta, ovvero i suoi stretti collaboratori, i quali vanno a riempire le caselle destinate allo staff societario (direttore sportivo, direttore dell’area tecnica, responsabile del settore giovanile). La Giunta e il Presidente individuano anche le figure sportive, staff tecnico e giocatori”.

“Questo modello però prevede alcune inderogabili condizioni – aggiunge Giuzio – La prima è sicuramente quella della chiusura e della pubblicazione del Bilancio dell’attuale società. Si procede dunque con il cambiamento della ragione sociale, da Società a Responsabilità Limitata a Società Per Azioni. Questo nuovo modello societario andrebbe nella direzione del protagonismo delle persone, delle famiglie, dando la possibilità a ogni appassionato e tifoso di sentirsi realmente proprietario della sua squadra del cuore”.

“Attraverso questa operazione si fortificherebbe il legame tra il territorio e la squadra, favorito dalla trasparenza delle operazioni e del percorso decisionale. Si assicurerebbe un futuro roseo alla società, che non dovrebbe più dipendere dalle possibilità economiche dell’imprenditore di turno. Nessuna crisi sarebbe troppo. Non più due o tre persone, ma un popolo intero a reggere le sorti della sua squadra”.

“La domanda che resta è una sola – conclude Giuzio – perché no? Si può fare”.