“La gestione politica delle criticità si rivela purtroppo sempre più inconsistente. Non finiremo mai di stupirci e di richiamare l’attenzione del Governo Regionale all’adempimento di azioni necessarie che attendono da troppo tempo e che, tra annunci e minacce interne alla maggioranza, non trovano spesso alcuna soluzione, mettendo a rischio settori decisivi per la nostra comunità come trasporti, forestazione e ora turismo, in particolare quello balneare. Non dovrebbe essere così complesso costruire soluzioni mediate e condivise o fare ciò che altri comuni o regioni italiane hanno già fatto – con coste molto più lunghe delle nostre – cioè emanare i provvedimenti specifici, uscendo dall’inerzia che si trascina da un anno, o magari ricordandosi che esiste anche il tema delle concessioni marittime. Non ci è dato conoscere se questo governo vuole trovare una soluzione chiara, se al netto di un balletto di proclami, annunci e responsabilità, intende rinnovare sino al 2033 oppure procedere a nuovi bandi pubblici per l’assegnazione concessioni.

Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.

Una questione non di poco conto per l’economia regionale e turistica nello specifico, che rischia, dopo gli effetti del lockdown, di collassare completamente a seguito del pesante annuncio di chiusura degli operatori balneari, in coordinamento con sindacati e CNA, SIB,
ASSOBALNEARI-CONFINDUSTRIA, FIBA, basebalneare-donnedamare, ecc. Imprese che, andrebbero, invece sostenute, aiutate e stimolate a riaprire in sicurezza per non azzerare un’intera economia su cui si punta l’Italia intera per la ripartenza. Tutto questo mentre si pensa a un bonus a livello nazionale per la “Destinazione Italia”. Da noi, invece di pensare
magari alla “Destinazione Basilicata” rischiamo di fermare tutto.

Ho presentato, allora, una richiesta di audizione immediata in terza commissione dei rappresentanti del coordinamento di operatori balneari della Basilicata che hanno firmato il documento, di Federbalneari e delle associazioni di categoria del settore. E’ doveroso per le istituzioni pensare e programmare la ripresa economica dei settori trainanti, tra cui
quello del turismo balneare dei nostri pochi ma straordinari chilometri di costa e, pertanto, non si può leggere e forse nemmeno tollerare che, inquesto delicato momento per la nostra regione, gli operatori scrivano al Presidente Bardi e all’Assessore Merra che chiudono le loro spiagge”.