Antonio Nicastro, Astronik per tutti, non ce l’ha fatta: il Coronavirus in Basilicata ha mietuto questa sera la sua dodicesima vittima. Non sono bastati i sintomi, più che riconoscibili, a nulla è servita la forte richiesta d’aiuto della famiglia che oggi vivrà il proprio futuro nello strazio di una tragedia assolutamente assurda, e forse, evitabilissima.

Il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi, ha annunciato da pochi minuti di aver istituito un’indagine interna per cercare di fare luce sulla triste fine del sessantasettenne di Potenza e su tutte le altre morti avvenute negli ultimi giorni. Le indagini potrebbero intanto partire proprio da “Astronik” e dall’altro potentino Palmiro Parisi, anche lui conosciutissimo dalla comunità: due tragedie uguali, due storie simili quasi assurde che oggi si fa fatica anche a descrivere.

Sì perché sia Nicastro che Parisi, morti a distanza di qualche giorno nella nostra terra, hanno alle spalle due richieste d’aiuto forti contraddistinte da un ossimorico silenzio da parte delle istituzioni preposte. Sia la famiglia di Parisi infatti, che quella di Nicastro, avevano da giorni denunciato al personale sanitario del 118 i sintomi e gli effetti devastanti del Coronavirus sui propri cari: niente da fare, per loro né tampone e tantomeno il ricovero.

Quasi dieci giorni aveva aspettato invano Parisi per essere sottoposto ad un tampone, ricoverato solo lo scorso 23 marzo e giudicato dai soccorritori della croce verde regionale, secondo la testimonianza della figlia Maria, “uno dei tanti malati che dice di avere la febbre”.

Poi è toccato a Nicastro, il “lucano doc” di cui tantissimi stasera ne piangono la scomparsa. Prima la tosse poi una febbre a 39 gradi hanno contraddistinto i suoi ultimi quindici giorni di vita: la famiglia aveva chiesto in più sedi di poterlo sottoporre al tampone, risultato positivo, e infine ricoverarlo. Una volta entrato in terapia intensiva qualche giorno fa non ne è più uscito.

Ora le indagini ricostruiranno i fatti, grazie alle testimonianze delle parti in causa, ma nulla potranno se non aumentare l’amarezza per questa seconda fatalità che stranamente non presenta solo la sua forma più violenta, quella del virus. È l’incredibile modalità, quella dell’assordante richiesta d’aiuto non ascoltata, a far paura oggi a tutti i lucani.