Apprendo con tristezza e dolore della scomparsa del compagno PEPPINO MONTANARO, un’autentica gloriosa bandiera della sinistra potentina, da sempre appassionatamente in campo per difendere i diritti dei lavoratori e delle classi meno abbienti e per affermare gli ideali di giustizia, uguaglianza e solidarietà.
Lo ricordo quale instancabile animatore della sezione PCI, poi DS, intitolata a Giuseppe Di Vittorio al rione Verderuolo di Potenza, che trasformò in un luogo d’aggregazione e socializzazione per l’intero quartiere.
Lo ricordo, sempre, quotidianamente, con l’Unità in tasca, sino a quando il giornale del Partito è uscito in edicola ed, impeccabilmente con la cravatta, partecipare e prendere la parola alle riunioni di Partito, quello con la P maiuscola rappresentato dal PCI e quelli, con la p sempre più minuscola ed amorfa chiamati PDS/DS/PD.
Lo ricordo quando, col suo grembiule da bidello, affiggeva, con passione e fiero spirito d’appartenenza, i manifesti in tutte le campagne elettorali e, poi, con volantini e fac simili sotto il braccio, effettuare il caseggiato per cercare di convincere i cittadini a votare a sinistra. Come la maggior parte delle persone della sua generazione (ha spirato il mortal sospiro a 94 anni), si è formato ed è cresciuto col mito dell’unità del partito e della fedeltà alla linea del segretario nazionale del partito.
In tale ottica ha vissuto con sofferenza la lacerazione delle varie scissioni, che hanno costellato la vita della sinistra, a partire da quella del 1991 che sancì lo scioglimento del PCI.
Peppino, pur avendo sostenuto- insieme ai vari Bonito Oliva, Simonetti, Micele- la linea del NO alla svolta di Occhetto, non seguì coloro che originarono la scissione di Rifondazione Comunista ed aderì al Pds. Montanaro era un convinto sostenitore della funzione pedagogica del partito di massa e della sua insostituibile funzione quale massima espressione dell’intelligenza collettiva, con la presenza dei territori, il ruolo di iscritti, militanti, amministratori comunali ed esponenti impegnati nelle istituzioni, i quali dovrebbero rappresentare un unico corpo organizzato in grado di fornire risposte concrete alle esigenze ed alle aspettative delle persone di vivere in maniera più dignitosa.
Con Peppino Montanaro, scompare un virtuoso esempio di militanza e di disinteressata passione politica.
Giovanni Petruzzi
Presidente Associazione Culturale “L’Alternativa”