Nei giorni scorsi si è tenuto a Policoro il consiglio comunale che prevedeva al primo punto dell’ordine del giorno la discussione sulla mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Enrico Mascia, proposta dal Capogruppo di Policoro Futura, Giuseppe Maiuri, e sottoscritta da tutti i consiglieri di minoranza. All’appuntamento sono risultati fuggiaschi sia il sindaco che la Giunta nonché buona parte del consiglio, compreso Ranù che fino a qualche giorno prima aveva aspramente criticato la sua stessa maggioranza. Vogliamo ricordare che la mozione di sfiducia porta con sé un elemento fondamentale (che poi è quello che ha fatto venir meno ai cosiddetti “dissidenti” il coraggio di andare fino in fondo) ovvero il voto per appello nominale. Quell’appello nominale che evidentemente, a chi non è padrone delle proprie idee e delle proprie decisioni, incute un grande timore.
Il primo cittadino, sottraendosi al consiglio, ha dimostrato di non essere in grado di affrontare nè i suoi avversari politici nè gli stessi membri critici della maggioranza, nei luoghi istituzionali, preferendo, al loro pari, le polemiche sterili ed i “botta e risposta” da social. Ha violato la prerogativa in capo al consiglio comunale, massimo organo collegiale cittadino e dimostrato scarso senso delle istituzioni ma soprattutto totale mancanza di rispetto per la città che nel consiglio comunale trova la sua rappresentanza.
Per tali ragioni e perché non riaccada che accordi sottobanco, sceneggiate napoletane, interessi personali e posti in Giunta, vengano ulteriormente usati come merce di scambio per ritrovare l’intesa con i dissidenti, i consiglieri Maiuri e Di Pierri hanno scritto una missiva al Prefetto affinchè intervenga a tutela della comunità ripristinando il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche, con l’auspicio che gli interessi di bottega dei singoli cedano il passo, almeno in quest’ultimo periodo, al perseguimento del bene comune.
La incapacità e la litigiosità della governance Mascia, e l’attitudine alla fuga del stesso sindaco, molto poco in linea con le ormai mortificate aspettative dell’intera città, è già costata alla comunità policorese fiumi di milioni di euro (dallo Sprar alla rigenerazione urbana, dall’appalto dei rifiuti alla paralisi di tante attività economiche).