Pasquale Pepe, avvocato 46 anni di Tolve, è il deus ex machina della Lega in Basilicata. Dopo essere stato uno dei primi dirigenti politici ad aderire al progetto di Matteo Salvini, nel 2018 è diventato senatore del Carroccio: da lì una carriera sempre più in ascesa con l’impegno, contestuale, nella sua Tolve dove dal 2015 ne è anche il primo cittadino. Da alcuni mesi poi, Pepe è stato nominato anche capo Dipartimento Mezzogiorno per il movimento leghista, segno di una fiducia incrollabile, da parte di Salvini, nei confronti di questo uomo. Il sindaco di Tolve è stato capace di intercettare il consenso dei lucani grazie ad interventi sempre precisi, rispettando quell’identità che proprio la Lega tiene a memoria: stare in mezzo alla gente e fare delle loro rimostranze le proprie lotte e battaglie politiche.

 

Senatore Pepe, lei è il primo leghista lucano eletto a Palazzo Madama. Cosa si prova?

“Non nascondo che sia un’emozione incredibile e che rappresenti un grande senso di responsabilità per me che ho la Basilicata nel cuore. Essere in una delle due Camere è il sogno per chi fa politica, come me, da quando sei ragazzo. In più, farlo grazie a Matteo Salvini è un motivo d’orgoglio perché essere riusciti a dare credibilità al progetto della Lega al Sud Italia è una cosa immensa”.

Qual è il suo piano operativo come capo Dipartimento Mezzogiorno della Lega Basilicata?

 

“Il nostro compito è quello di ‘portare’ il territorio in Parlamento, cioè coniugare una visione ideale della nostra società con il pragmatismo del territorio, adattandolo al cambiamento che vivono le comunità. La Lega è il partito tra la gente e per me è un onore guidare un Dipartimento che lotterà per i diritti di tutti dopo questa emergenza sanitaria ed economica. Questo perché dopo la Pandemia, dovrà avvenire una ricostruzione della società e noi attraverso il Recovery Fund ci batteremo affinché proprio il Mezzogiorno rinasca ed esca da questo momento terribile. Il Sud deve avere gli stessi benefici del resto dell’Italia perché per l’Europa siamo la porta sul Mediterraneo e meritiamo rispetto”.

Passiamo alle vicende politiche nella Regione Basilicata che vede la Lega maggior partito della coalizione, a sostegno del presidente Vito Bardi. Come stanno andando le cose dopo quasi due anni di Governo?

 

“Dopo 25 anni di un’Amministrazione di Centrosinistra, ci sono segnali incoraggianti da parte di questa Giunta regionale, tanti interventi sono stati fatti ma non dobbiamo adagiarci perché, le aspettative dei lucani, da questo Governo sono enormi. Ci sono i presupposti per fare sempre meglio perché vincere le elezioni era il nostro obiettivo, governare meglio degli altri è la vera sfida da superare”.

La Lega si sta occupando di portare a casa delle grandi vittorie grazie ai due Assessorati, con Francesco Fanelli all’Agricoltura e Donatella Merra ai Trasporti ed Infrastrutture. Come valuta il loro operato?

“Fanelli e Merra stanno ottenendo dei grandi risultati, avendo sbloccato dei fondi importanti per i lucani riguardo le attività agricole, il dissesto idrogeologico e sul piano trasporti. Sono orgoglioso del loro lavoro che aiuterà le imprese lucane a ripartire nel presente e dopo questa crisi”.

Nel Metapontino la Lega si sta organizzando sempre più per recitare un ruolo da protagonista alle prossime elezioni amministrative che coinvolgeranno Scanzano Jonico per esempio, ma prossimamente anche Bernalda e Policoro…

“Il Metapontino è una terra fatta di gente laboriosa, imprenditori che hanno sempre dato il proprio contributo senza chiedere mai nulla in cambio. La Lega è in mezzo a loro e si fa garante di raccogliere le loro istanze e portarle a compimento perché le promesse che fa in campagna elettorale le mantiene sempre, mostrando quel pragmatismo necessario. In questo territorio non hanno bisogno di chiacchiere e reddito di cittadinanza ma fatti concreti. Ci aspetta una sfida ambiziosa all’orizzonte. Oggi siamo rappresentati qui da bravi amministratori come Pasquale Cariello per esempio. Ma insieme a lui ci sono tanti dirigenti e cittadini pronti a dare una mano: serve un’organizzazione valida che rispecchi gli ideali della Lega”.

Senatore, capo Dipartimento ma soprattutto Sindaco: alle ultime elezioni, i cittadini di Tolve le hanno riconsegnato il mandato per i prossimi cinque anni come primo cittadino. Come ha fatto a costruire il suo consenso arrivando al 75% delle preferenze?

“Abbiamo semplicemente mantenuto le promesse che avevamo fatto in campagna elettorale cinque anni fa, stravolgendo completamente Tolve, portando a termine tanti progetti per renderla migliore in poco tempo. Il segreto poi è nella squadra: io, sin da quando ero ragazzo e militavo nel movimento regionale giovanile di Alleanza Nazionale, ho sempre creduto nella forza del gruppo più che dei singoli. Posso dire di lavorare per Tolve insieme a gente competente e affidabile, dove c’è la possibilità anche di rigenerare il gruppo con l’innesto di nuovi dirigenti senza snaturare la forza di questa amministrazione. Per la prima volta poi il Comune può contare in una maggioranza totalmente della Lega e questo è un risultato straordinario. Io sono il Pasquale di sempre, i miei concittadini lo sanno. Forse è anche per questo che mi hanno votato. Tolve è nel mio cuore”.

 

Un’ultima domanda su Matteo Salvini: il segretario ha scelto lei per costruire un grande polo leghista al Sud e lei cosa insegna ai giovani amministratori che si avvicinano al vostro movimento?

 

“Non ho la presunzione di saper insegnare, per carità. Diciamo che per le capacità che ho, cerco di consigliare a tutti i miei amici, fedeli alla Lega, di coniugare una visione ideale della società al senso di appartenenza, quel rapporto radicale col territorio. Quando un ragazzo si avvicina al nostro movimento, gli dico sempre di dare un significato ai “selfie” e alle foto di rito durante le azioni intraprese nelle proprie comunità. Vanno aggiunti i fatti altrimenti si rischia di non essere credibili. Cerco di trasmettere questo ai miei dirigenti: lavorare e non tradire le promesse di chi ci ha dato fiducia”.