In Basilicata ci sono cinque società che attendono il via da parte della Figc per poter tornare al calcio giocato. Melfi, Ripacandida, Castelluccio, Grumentum e Montescaglioso: sono questi i club d’Eccellenza che sperano di potersi giocare l’accesso in Serie D e di salvare una stagione calcistica ferma ormai dall’autunno scorso. Una deroga che potrebbe essere concessa dalla Federazione Italiana Gioco Calcio oppure un’ammissione ad un mini torneo condiviso con le stesse società d’Eccellenza della Calabria. Una possibilità in realtà fortemente contrastata da alcune di queste cinque (dal Castelluccio, soprattutto).

Tra le società del massimo campionato regionale lucano a non aver aderito a questa ripresa è certamente la Vultur Rionero che attenderà la fine di quest’ulteriore annata sfortunata, per le vicende calcistiche soprattutto, per poi valutare la ripresa della nuova stagione. “Difficile comprendere una ripartenza del campionato, mi pare di andare alla cieca. Noi a queste condizioni non ci stiamo” – a parlare è il patron bianconero Mario Grande – “La Figc ci ha chiesto in pochi giorni di aderire o meno alla ripresa ma io non ho capito quali sono i protocolli sanitari e procedurali, il format, i vari adempimenti. Perché questa corsa a dare prima possibile una risposta senza conoscere come funzionerà per i tamponi, quali saranno i ristori per le spese che avremmo dovuto affrontare…è tutto poco chiaro, un discorso a cui è impossibile dare seguito”.

Tamponi ai giocatori, che dovranno poi rispettare una quarantena tutte le settimane, rimborsi ai calciatori e costi per le trasferte da sostenere, partite a porte chiuse e quindi zero introiti dal pubblico sugli spalti e dai sponsor: una situazione insostenibile. “Avessimo avuto più tempo per pensare a cosa fare, magari avremmo potuto organizzarci – continua Grande – ma noi abbiamo mandato via tutti i calciatori che erano qui da noi, non avendo pubblico dovremmo chiedere ulteriori esborsi agli sponsor per continuare a giocare? Questa Pandemia non si è abbattuta solamente sul calcio: ha infatti messo a terra tantissime imprese, partite iva e attività commerciali. Più che pensare a tornare a giocare, io questi mesi li avrei usati per studiare al meglio una strategia per la prossima stagione. Invece…”

Cinque squadre invece hanno dato l’ok e vogliono “giocarsi” la D, un numero che non soddisfa la Figc che aveva chiesto che il numero minimo per la ripartenza fosse di 10 club. Cosa succederà adesso a queste squadre? Una deroga per giocare tra loro o l’accorpamento con qualche altra regione? “La cosa ora sì è complicata – conclude Grande – in 5 non credo possano fare un torneo, l’unica via è quella di essere inserite in un gruppo lucano – calabro per poi potersi giocare la promozione nell’Interregionale. Come faranno con le spese, le trasferte e i ritiri? Non entro in merito alle loro gestioni economiche e finanziarie. Parlo per me e per la Vultur che rappresento: noi, a queste condizioni, non ci stiamo”.