“La bocciatura da parte della Corte dei Conti dell’ennesima delibera regionale relativa ai tetti di spesa assegnati alle strutture private accreditate che erogano prestazioni di specialistica ambulatoriale pretende una idonea assunzione di responsabilità da parte dei dirigenti del Dipartimento Salute della Regione, che hanno redatto il provvedimento annullato dall’organo di giustizia amministrativa. Farebbe bene l’Assessore Leone a tirare le orecchie a quanti, dipendenti del Dipartimento Politiche della persona, non riescono a predisporre un atto amministrativo in grado di soddisfare le prescrizioni di legge”.

Ad affermarlo, in una nota, è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello, con riferimento alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Basilicata che, accogliendo il ricorso presentato da alcune strutture private accreditate, ha pronunciato l’annullamento della deliberazione della Giunta regionale della Basilicata n.432 del 4 luglio 2019, relativa proprio ai tetti di spesa per le strutture accreditate che si occupano di specialistica ambulatoriale.

“Il Tar di Basilicata – fa notare Vizziello – parla di irragionevolezza e irrazionalità della scelta dell’Amministrazione regionale di utilizzare la produzione delle strutture private accreditate relativa al triennio precedente per la determinazione dei tetti di spesa relativi al biennio 2019-2020, produzione effetto di provvedimenti annullati dallo stesso Tar di Basilicata e che, proprio attraverso la stesura della deliberazione n. 432, si vorrebbero far rivivere nonostante siano già stati caducati”.

“Un giudizio pesante, quindi, sull’operato della dirigenza regionale – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia – chiamata, per legge, ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, da cui derivano il benessere dei cittadini e la crescita economica delle imprese che operano nel settore sanitario”.

“Obiettivi” – conclude Vizziello – che spesso in Basilicata restano confinati nel limbo delle intenzioni non solo per colpa della componente politica delle amministrazioni, ma anche in virtù di un deficit di capacità amministrativa imputabile alla dirigenza e che occorre colmare al più presto”.