I dati rilevati dal Centro Studi UIL Basilicata confermano, almeno per quest’anno, la preoccupazione di una paralisi dell’intero sistema turistico e servizi connessi: per le strutture ricettive si registrerà una perdita rispetto al 2019 tra -37,5% (nella migliore delle ipotesi) al -73,3% (nello scenario peggiore); Agenzie di viaggi e Tour operator da -35,5% a -68,8%; Strutture ricettive extra alberghiere da – 37,5% al -64,2%.
Per la Basilicata il calo delle presenze turistiche – si teme – possa mettere a rischio tra 42 mln e 12,5 mln di euro di valore aggiunto, con un relativo impatto negativo sulla ricchezza totale dell’area tra lo 0,4% e lo 0,1%.
“Le recenti stime che calcolano la portata dell’impatto da Covid19 sull’economia regionale non consentono sottovalutazioni. Come organizzazioni sindacali di categoria ci siamo trovati fin da subito a fare i conti per le innumerevoli richieste di accordi e comunicazioni di ricorso agli ammortizzatori sociali che sono pervenute ai nostri uffici. Secondo le previsioni degli esperti, la Basilicata sarà una delle regioni italiane che subirà più pesantemente, dal punto di vista economico, l’impatto della diffusione e del successivo blocco dovuto al contagio.
La contrazione si sta rivelando particolarmente violenta per il settore turismo e la filiera ad esso collegato, che ha subìto i contraccolpi più immediati, palesi e forti con evidenti conseguenze socio-economiche (occupazione, produzione, investimenti, fatturati, ect…). Va inoltre sottolineato che l’epidemia sta colpendo un settore nella nostra regione in un’importante fase espansiva, soprattutto in seguito all’evento dello scorso anno di Matera capitale europea della cultura che ha posizionato la città al primo posto per percentuale di crescita del turismo nella storia della manifestazione con 1milione di presenze nel solo 2019.
Una crisi che si riverbera sull’economia regionale e sugli 8mila lavoratori del settore turistico. Il DL n°18 dello scorso 17 marzo riconosce la possibilità di richiesta di intervento di ammortizzatori sociali solo per una parte degli addetti. Per gli stagionali, i quali evidentemente quest’anno non verranno assunti, lo stesso DL riconosce solo 600 euro. Preoccupazione destano anche per tutti i rapporti di lavori intermittenti; la normativa per questi lavoratori registra un vuoto in quanto ad essi è preclusa la possibilità di accedere all’ integrazione salariale”
L’emergenza Covid-19 impatta sul settore del terziario con un doppio effetto: da un lato sui lavoratori impegnati ogni giorno a garantire i servizi essenziali delle pulizie della sanificazione degli ambienti, negli ospedali, nelle mense e in tutte quelle attività e strutture che non sono state soggetto al lockdown. Tanti lavoratori e lavoratrici impegnati nella grande distribuzione con turni massacranti e tutte quelle attività che hanno garantito la filiera alimentare e dei consumi di prima necessità; dall’altro l’effetto drammatico dei settori completamente travolti dal lockdown in primis la ristorazione, il turismo, le attività ricettive, le attività commerciali, tante imprese e lavoratori che improvvisamente si sono trovati a fare i conti con le incertezze dell’emergenza, imprese ferme e lavoratori senza salario e con una grande incognita sulle prospettive. Certamente i provvedimenti del Governo a sostegno dell’emergenza sono stati segnali importanti, ma la burocrazia e la difficoltà di accesso al credito, sta mettendo in difficoltà interi settori.
Quello che oggi serve per l’intero settore un piano straordinario di rilancio degli investimenti e per garantire la continuità produttiva in comparti strategici per l’occupazione e l’economia della nostra regione”.