Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Forza Italia Giovani Basilicata
“Regione Basilicata ancora in zona arancione:
Ma perché?
Provate ad ordinare di fare qualcosa di sgradito ad un bambino vivace e lui vi risponderà così, e quasi sicuramente farà proprio ciò che gli avete vietato.
Senza offendere nessun cittadino con questo paragone, riteniamo che questa sia la domanda che si sono posti i 600 mila lucani quando hanno letto la notizia del prossimo passaggio della Lombardia in zona gialla, mentre della Basilicata non si sa nulla. È sparita dalla discussione pubblica.
Forse aveva ragione Papaleo.
Dal ministero ci hanno detto che i dati, forniti dall’algoritmo, impongono un ulteriore periodo di chiusura per qualche altro giorno. Questo una settimana fa. Da allora una domanda ritorna in mente, e stamattina si fa più intensa: ma perché?
Perché è il modo più rapido per contenere il contagio, questo ci è chiaro e ne siamo assolutamente consapevoli. Ma perché in Lombardia è meno pressante anche se i dati (RT costante, non in calo), a quanto pare, destano qualche preoccupazione?
La domanda ci sorge spontanea, insieme ad un’altra: e perché per altre regioni si sono sprecati fiumi di inchiostro e infiniti dibattiti, discutendo i dati, mentre i lucani sono lasciati all’oscuro di tutto e ignorati?
E perché devono accettare supinamente una decisione di cui sanno poco o niente, e che è in controtendenza con quello che succede altrove?
Perché a questo punto, quando una limitazione così importante è decisa in silenzio, sulla base di motivazioni oscure, non si tratta più di accettarla, ma solamente di subirla.
Sappiamo bene qual è il posto che ci è riconosciuto da tutti in Italia, al di là di dichiarazioni ipocrite: siamo un arido e spopolato pezzo di terra tra la Puglia e la Campania. Però, vorremmo che almeno il nostro ministro e conterraneo Roberto Speranza ci degni dell’attenzione che meritiamo.
Quindi, con l’umiltà che contraddistingue il popolo lucano, chiediamo al ministro Speranza che ci venga solamente detto il perché. E che questo perché non sia simile al «mamma ha deciso così per il tuo bene e perché si fa così», ma sia spiegato con una motivazione valida ad un uomo adulto, capace di comprendere e che, per un motivo non ancora chiaro fino in fondo, è costretto a stare a casa e a non lavorare, senza poter portare il pane in tavola, mentre altrove in Italia potrebbe farlo”.