Questa notte ho fatto un sogno e, appena sveglio, pensavo di scrivere un messaggio ad Enrico Mascia che sapevo essere a Milano, come me. Purtroppo, un messaggio contestuale mi informava della sua scomparsa avvenuta nella notte.

Con Enrico, o “Nino” come lo chiamavamo da ragazzi, ci separavano alcuni anni, ma nella Policoro degli anni sessanta l’età non contava: il paese era piccolo e ci conoscevamo tutti, vuoi per le scuole che frequentavamo, vuoi per i luoghi a noi cari, come l’oratorio ed il campetto di via Giustino Fortunato: ancora ricordo a memoria i nomi di chi abitasse in quelle case, tutti, in un modo o nell’altro, familiari, amici di giochi o compagni di scuola. Enrico era tra quei compagni e, in quanto tra i più “anziani”, era anche per noi un modello di “prima vita” da imitare.

Poi i destini ci hanno allontanato e ancora riavvicinato. Nel frattempo Enrico è diventato medico specialista ed ha scalato tutti i gradi della Carriera di Ufficiale di Marina e, tra le altre cose, è stato anche Sindaco di Policoro dal 2017 al 2022. Un Uomo delle Istituzioni cui è stato sempre fedele, rispettando quel giuramento che si fa quando si entra a farne parte.

Ma di Enrico voglio sottolineare soprattutto il suo tratto “umano” che oggi, con la sua perdita, viene ricordato in centinaia di messaggi. Era un medico ed anche in questo caso aveva fatto un giuramento che ha messo in pratica, in maniera eccelsa, ogni giorno. Durante la dura e lunga malattia di mia madre, Enrico è stato sempre pronto ad assisterla con la cura che un medico ha per i suoi pazienti, ma anche con l’affetto di un amico.

Di recente, il destino ha voluto farci stare di nuovo “vicini”, questa volta nelle mie vacanze estive policoresi al Villaggio Demetra. Insieme a chiacchierare mentre portavamo a spasso i nostri amati cagnolini, o nelle gite in barca, abitudine ormai consolidata nei miei soggiorni a Policoro, quando lo ammiravo al timone, felice di essere baciato dal vento. Lo stesso vento che sentiva a bordo del suo Vespone bianco.

La sua malattia è stato un colpo durissimo e, forse, avrei dovuto fargli sentire di più la mia vicinanza: ma questa nostra vita frenetica, che ci costringe a correre invece che fermarsi, me lo ha impedito.

Lo voglio ricordare in particolare nella sua visita a Stoccolma nel 2018 (nella foto insieme a mia moglie, tre policoresi nella lontana Scandinavia) e nella nostra ultima cena estiva a Policoro, quando ci divertimmo da matti per una serie di “gag” e di situazioni buffe. Ci demmo appuntamento all’anno successivo per un’altra serata di amicizia e risate, ma le cose sono andate diversamente.

In questo doloroso momento, io e mia moglie siamo vicini a Bice, alla figlia ed a tutti i familiari e li abbracciamo con profondo cordoglio.

Ciao Enrico, hai seminato soltanto “bene” ed è per questo che la tua perdita si fa ancor più dolorosa. E mi piace pensare che ora sei libero di navigare nel vento dell’infinito mare!

Ambasciatore Mario Cospito