Dichiarazione del consigliere regionale Roberto Cifarelli sulle denunce della Cia-Agricoltori Potenza-Matera e sull’interrogazione dell’on. Amendola
“Le parole della Cia di Potenza e Matera fotografano una realtà che purtroppo conosciamo bene: in Basilicata l’acqua continua a finire in mare mentre campagne, comunità e aziende agricole vivono una situazione di crescente sofferenza. È l’immagine plastica di un sistema in cui la Regione è stata, nei fatti, estromessa dalle leve operative della gestione idrica, mentre Acque del Sud, responsabile della manutenzione, dell’attivazione e del funzionamento delle infrastrutture, procede in ritardo, senza coordinamento e senza fornire informazioni adeguate ai territori”.
È quanto dichiara il consigliere regionale Roberto Cifarelli, commentando la denuncia della Cia e richiamando l’interrogazione parlamentare dell’on. Amendola ai Ministri delle Infrastrutture e della Protezione civile, che conferma un quadro drammaticamente coerente: tre anni di siccità, invasi ai minimi storici e, oggi, nel pieno delle precipitazioni invernali, l’incapacità di trattenere e valorizzare milioni di metri cubi d’acqua che scorrono inutilmente verso il mare.
“È evidente – prosegue Cifarelli – che molte delle criticità denunciate non dipendono da una scelta politica regionale ma da una gestione centralizzata e opaca da parte di Acque del Sud. Le traverse che non funzionano, come quella di Trivigno sul Basento, la traversa del Sarmento ferma da mesi, la gronda dell’Agri mai attivata, la gestione degli invasi di Monte Cotugno e Gannano: tutto questo rientra nella diretta responsabilità dell’ente gestore. La Regione Basilicata, ormai relegata a soggetto passivo, viene informata a posteriori e non è messa nelle condizioni di incidere tempestivamente, pur subendo per prima gli effetti delle inefficienze”.
Cifarelli sottolinea come “la denuncia della Cia e l’interrogazione dell’on. Amendola coincidono nel rilevare un dato inaccettabile: non esiste un coordinamento operativo capace di intercettare e invasare l’acqua che cade durante le precipitazioni”. Milioni di metri cubi, fondamentali per gli usi civili, agricoli e industriali, vengono dispersi perché infrastrutture che dovrebbero essere attive, funzionanti e presidiate sono invece ferme, non manutenute o non attivate”.
“Ed è ancora più grave – continua il consigliere del PD – che anche questa volta siano i mondi agricoli, da sempre responsabili e moderati nelle loro analisi, a denunciare uno ‘spreco che sa di beffa’. Se chi conosce i territori meglio di chiunque altro lancia un allarme così netto, significa che la soglia di sopportazione è stata superata e che la fiducia nella gestione centrale di Acque del Sud è venuta meno”.
Il consigliere richiama il senso generale del problema: “Qui non è in discussione solo l’irrigazione: è in gioco la tenuta economica dei territori interni, la competitività delle produzioni, la sicurezza idrica per cittadini e imprese. Ogni metro cubo d’acqua perso per mancanza di coordinamento è un pezzo di futuro sottratto alla Basilicata”.
“È tempo – conclude Cifarelli – che Acque del Sud assuma pienamente le proprie responsabilità, che la Regione venga finalmente coinvolta nei processi decisionali e che si apra una fase nuova di trasparenza e programmazione. Non possiamo essere la regione che aspetta la pioggia e, quando arriva, la lascia scorrere via. Questo è lo spreco più grande e non possiamo più tollerare”.



