L’importanza del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) quale strumento di tutela e governo dello sviluppo del territorio emerge con frequenza sempre maggiore nelle vicende politiche e amministrative lucane. Ne abbiamo sollevato l’urgenza già da tempo, ribadita qualche giorno fa a proposito delle diverse autorizzazioni di impianti a biogas che stanno costellando la Basilicata, spesso non integrandosi appieno con l’economia dei luoghi e senza realizzare quell’approccio all’economia circolare cui dovrebbero tendere, proprio perché manca uno strumento di programmazione del territorio.

Il PPR è uno strumento essenziale per garantire una visione unitaria del governo del territorio, assicurando coerenza tra tutela ambientale, pianificazione urbanistica e sviluppo sostenibile, ma il suo iter sembra procedere molto lentamente: è stato avviato nell’ormai  lontano 2020 con l’approvazione del documento programmatico, aggiornato successivamente nel quadro della programmazione nazionale ed europea 2021-2022, l’ultimo atto risale a gennaio 2025, con la delibera della giunta che, di fatto, darebbe avvio alla procedura di valutazione ambientale strategica (VAS). Si tratta di un momento di importanza fondamentale dal punto di vista delle scelte strategiche di governo del territorio e del paesaggio, perché avvierebbe una fase di confronto con le istituzioni e le comunità locali.

Ad oggi, però, non sono noti i tempi di conclusione della procedura VAS, così come i tempi e le modalità con cui sarà avviato il confronto con istituzioni e comunità locali, e le risorse impiegate fino ad ora nella procedura avviata cinque anni fa. Sono tutte domande che abbiamo posto alla giunta regionale, presentando formale interrogazione per avere quelle risposte che tutte e tutti i cittadini lucani chiedono da tempo.

Il PPR, infatti, non è soltanto un mero adempimento burocratico, è uno strumento di pianificazione paesaggistica e di governo del territorio, finalizzato a riconoscere i paesaggi della Basilicata nella loro diversità e specificità come valore patrimoniale e identitario e non può più restare imprigionato nella lunghezza dei processi decisionali e burocratici.

La preoccupazione che sta montando con prepotenza è che prima si autorizza la qualunque (mini-eolico selvaggio, impianti a biogas, etc.) e poi si individuano le aree idonee e magari si approva il Piano Paesaggistico Regionale. Delle serie: “Dopo il furto, le porte di ferro”.

Alessia Araneo e Viviana Verri

Consigliere regionali – Movimento 5 Stelle (Basilicata)