Che non sia un periodo facile o particolarmente florido per Fratelli d’Italia e per la Premier Giorgia Meloni, questo lo si sapeva da tempo. Non erano bastati alcuni primi scricchiolii nel Governo nazionale, qualche scivolone di troppo di qualche ministro, oggi la situazione non è delle migliori.
L’alleanza di Centrodestra che ha superato indenne la debacle sarda grazie al voto favorevole tra regionali, amministrative ed europee, risente da giorni di profonde frizioni, colpita nell’orgoglio da una nuova manovra finanziaria lacrime e sangue per i lavoratori, da un’autonomia differenziata difficile da interpretare e digerire e per ultimo, tanto per gradire, dallo Ius scholae invocato da Forza Italia che imbarazza gli alleati.
La Lega, conscia del calo considerevole nei consensi resta in silenzio ma si prepara presto al contrattacco, soprattutto da quando il voto degli alleati ha bloccato la possibilità di prevedere un terzo mandato per i governatori regionali (vedi per Salvini, il problema Zaia).
FdI si arrocca sulla Premier, figura autorevole tra gli italiani e all’estero, nelle politiche europee e oltreoceano. Eppure i meloniani, che in Basilicata, consci del fatale errore sardo, hanno abdicato la possibile presidenza al più che riconfermato forzista Vito Bardi, non riescono ad incidere maggiormente sulle vicende politiche nostrane.
L’ultima fatica dei fratellini riguarda le elezioni provinciali nel territorio materano che il prossimo 29 settembre dovranno decretare il neo Presidente che succederà al lungo regno che è stato di Piero Marrese (ex Sindaco di Montalbano e oggi consigliere regionale).
Fratelli d’Italia in piena estate ha rivendicato di poter dire la sua e gestire le trattative con le altre forze della maggioranza, delegando tutto al proprio presidente provinciale Michele Giordano, in assenza del segretario regionale, ruolo finora condotto dal defenestrato Quarto.
Giordano, che durante l’estate è stato visto più volte a colloquio i Sindaci del Metapontino per individuare i possibili candidati allo scranno provinciale, ha subito durante le ultime settimane in prima persona i vari veti incrociati che i Partiti (FdI, Lega, Forza Italia, Azione e Italia Viva) avevano più volte messo sul tavolo davanti ad alcune candidature.
E cosi, sfumati nomi importanti che avrebbero potuto sancire un progetto di ampio respiro e contendere seriamente l’Ente provinciale alla sinistra (che sicuramente candiderà l’ottimo amministratore e primo cittadino di Pomarico, Francesco Mancini), da qualche ora FdI e Giordano si sono in tutta fretta prodigati nell’indicare Arturo De Filippo, Sindaco di Calciano, come candidato della coalizione di Centrodestra.
Una candidatura incomprensibile. Non tanto per la figura del primo cittadino calcianese, che merita tutto il rispetto possibile, ma per la caratura, esperienza e arguzia politica che servirebbero in questo momento per districarsi nei vari equilibri politici locali.
La scelta di De Filippo, sotto sotto, scontenta ma allo stesso tempo fa comodo a tutti perché il Centrodestra, in verità, ha già capito di perdere anche queste elezioni, come accaduto poco tempo fa quando Marrese, si ricandidò senza sfidanti per il rinnovo a Presidente.
Questione di veti incrociati, come abbiamo detto. Gli stessi che hanno fatto perdere la possibilità di mettere a Presidente l’uomo che era il più adatto a ricoprire tale incarico e che forse, per colpa delle stesse regole della politica, sapeva benissimo che non avrebbe potuto ambire a tale investitura.
Per questo, e per tante altre ragioni, la scelta avallata da Giordano (e dagli altri segretari provinciali) si sta dimostrando un buco nell’acqua. Lo conferma il comunicato di Raffaella Paita (IV) uscito soltanto ieri sera che precisa che i renziani della Provincia di Matera non sottoscriveranno tale accordo. Renziani che comunque in queste ore restano in silenzio in attesa degli eventi.
Una fuoriuscita che sa tanto di ritirata che molto probabilmente ha anticipato anche il volere di Azione, con i pittelliani che non a caso sono stati visti a colloquio a Policoro in compagnia di Marrese e del Presidente in pectore, Mancini.
Questi i fatti nel momento che stiamo scrivendo. Tutta la coalizione del Centrodestra materano dovrebbe fare un’analisi ed un profondo esame di coscienza.
Forse Giordano, oltre alla diplomazia avrebbe dovuto fare e dire altro, soprattutto nel proprio Partito. Che di certo, in questa occasione non lo ha supportato, lasciandolo sotto i colpi…del fuoco amico.