Il Senato approva, con ampia maggioranza, il DL Nordio, il primo tassello della riforma penale del Governo Meloni, improntato ai valori del garantismo giuridico. È l’ennesimo impegno elettorale che il Governo Meloni realizza.
Anche l’abolizione del reato d’abuso di ufficio si pone, infatti, quale atto dovuto a fronte del fallimento della Giustizia nel perseguire una condotta che la stessa norma non riusciva a definire. L’evanescenza della fattispecie ha reso questo reato talmente generico che, nel 2021, su 5.418 procedimenti, davanti alle sezioni Gip e Gup dei tribunali, vi sono state solo 9 condanne e 35 sentenza di pattaggiamento. Alle quali si devono aggiungere le 18 condanne nei procedimenti finiti al dibattimento.
Solo le opposizioni, con la loro demagogia, non si sono rese conto che l’abuso d’ufficio era più ostacolo al buon andamento della Pubblica Amministrazione che un reale reato da perseguire. Una norma attesa da centinaia di Amministratori locali, appartenenti a tutti gli schieramenti politici, che sono finiti nel tritacarne della gogna mediatica per poi essere assolti o, addirittura, mai rinviati a giudizio.
Non solo. Con il Dl Nordio, finalmente, si regolamenta lo strumento delle intercettazioni che, negli anni, erano passate dall’essere strumento di indagine a strumento per dare in pasto all’opinione pubblica fatti e circostanze che nulla avevano a che fare con la commissione di reati, coinvolgendo anche soggetti terzi del tutto estranei.
Questo è un enorme passo avanti verso una civiltà giuridica che considera la persona innocente fino a prova contraria e che non consente, proprio per il rispetto del principio di non colpevolezza, che si banchetti su vicende che sono e devono rimanere private.
Sen. Gianni Rosa