Il dialetto come voce dell’anima, come espressione autentica della parte più vera e più profonda di un popolo che, di fronte agli effetti massificanti del globalismo, riscopre le proprie radici esprimendole nella lingua madre degli avi.
È stato questo il filo conduttore dell’incontro svoltosi a Senise domenica scorsa 21 gennaio, organizzato dall’Unpli Pro Loco di Basilicata, e dalla Pro Loco di Senise con il patrocinio del Comune, e che ha avuto per tema “La voce dell’anima si esprime in dialetto. Incontro sulla valorizzazione del dialetto”. L’evento rientra nel lavoro incessante e qualificato che l’Unpli e le Pro Loco stanno portando avanti sulla conoscenza e valorizzazione della lingua locale, come spiega il presidente Unpli Basilicata Vito Sabia. “Le lingue locali e i dialetti –spiega Sabia– veri e propri tesori nascosti nel cuore delle comunità, costituiscono un immenso patrimonio culturale che merita di essere valorizzato e protetto. Ogni singola parola, ogni frase tramandata attraverso le generazioni, non è solo un mezzo di comunicazione, ma rappresenta un tassello fondamentale nell’identità di un territorio, tessendo le storie e le vite di chi vi abita. Queste forme di espressione hanno il potere unico di trasmettere emozioni e sfumature che possono essere pienamente capite e apprezzate solo attraverso il loro specifico linguaggio. In occasione della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali, e attraverso il Premio Letterario Nazionale “Salva la tua Lingua Locale”, l’Unpli rafforza il suo impegno nella salvaguardia e nell’esaltazione di questi inestimabili patrimoni culturali, sottolineando l’importanza di preservare le radici linguistiche di ogni comunità.”
Proprio al premio nazionale “Salva la tua lingua locale” è stato dedicato un ampio spazio del partecipatissimo incontro, con la consegna delle menzioni ai partecipanti al concorso e alle Pro Loco per la diffusione del premio.
I saluti istituzionali sono stati affidati al sindaco Giuseppe Castronuovo, alla presidente della Pro Loco Senise Enza De Stefano, al presidente Vito Sabia e al Consigliere Nazionale Unpli Basilicata Pierfranco De Marco che ha parlato ampiamente del Premio Letterario Nazionale spiegandone il meccanismo e il valore di baluardo della cultura locale che si esprime attraverso quel prezioso strumento di espressione dei popoli e dei territori che è appunto la lingua locale.
I vari aspetti di questo patrimonio linguistico sono stati affrontati negli interventi dei relatori. Il maestro Pasquale Menchise, compositore e direttore d’orchestra lucano e Direttore Musicale Nazionale dell’Unpli, ha inviato un messaggio di saluti ai presenti, non potendo essere presente per motivi personali.
La dialettologa Rosita Volpe ha illustrato gli aspetti linguistici del dialetto usato nel variegato mondo della cucina popolare dei territori dell’entroterra del Pollino lucano, esposti nel suo testo “Il lessico della gastronomia a Senise, Castronuovo di Sant’Andrea e Terranova di Pollino”. Come ha spiegato nel suo intervento, il testo non è solo uno studio delle parlate in tema di gastronomia, ma un’indagine approfondita e scientifica del campo della gastronomia tradizionale dei territori per renderne fruibile il patrimonio lessicale e culturale, che non è fatto solo di lingua ma anche di abitudini, tecniche di lavoro, oggetti e procedimenti di cucina dei cibi, spesso poveri ed essenziali, che rappresentano l’anima di un popolo.
Anche Mimmo Toscano nel corso della sua relazione ha fatto un excursus dei termini dialettali e del loro significato più profondo, partendo dalla sua esperienza personale e di scrittore a tutto tondo. Autore di romanzi di narrativa e fantasy, e di testi per spettacoli teatrali, nel suo ultimo lavoro si è dedicato al dialetto con una raccolta dal titolo “Leggende lucane in dialetto grumentino e in dialetto lucano”, nel quale, partendo dal Carnevale, ha raccolto leggende della tradizione orale riproponendole nella lingua delle origini. Un antidoto, ha spiegato l’autore, a un processo omologante rappresentato dalla cultura modera, e un mezzo importante per rientrare a casa, per recuperare la propria identità e le proprie radici.
A chiudere il blocco degli interventi è stato Filippo Gazzaneo, docente di filosofia, scrittore e poeta, autore di saggi e testi teatrali, ma soprattutto cultore della parola intesa come espressione prima dell’umano, come mezzo ed espressione della stesa esistenza, della nascita dell’uomo alla società. Partendo da queste considerazioni, e dalla sua ultima fatica letteraria, la raccolta di poesie in dialetto senisese “Spaghi d’autunno. Nurucatë”, Gazzaneo ha parlato della commistione linguistica, presente anche nel linguaggio articolato dei giovani ai quali si rapporta ogni giorno come docente, approdando al concetto di mistilinguismo come espressione di una realtà complessa, come quella che vive l’uomo attraversando le generazioni e il tempo.
Nell’ultima parte dell’incontro, nel corso della consegna delle menzioni, sono intervenuti anche i partecipanti al concorso “Salva la tua Lingua Locale”, alcuni dei quali hanno letto estratti delle loro opere.