Le linee guida che avrebbero dovuto dare una svolta alle lungaggini delle liste d’attesa, sulle quali si è sprecata la migliore comunicazione istituzionale, non producono risultati. Ad oggi, per una risonanza alla spalla, la prima data utile è dicembre 2023. Secondo il maxi piano regionale sulle liste d’attesa, per le prescrizioni fino al 30 settembre, il tempo massimo per erogare le prestazioni diagnostiche sarebbe di 60 giorni. Ci vuole, invece, più del doppio. E nonostante ciò, 150 giorni è, per molti lucani, una data ottima, considerando che per molte prestazioni sono necessari anche 2 anni di attesa.

I grandi manager, scelti tutti dal Presidente e di cui, evidentemente, risponde politicamente, che avrebbero dovuto ‘salvare’ la sanità lucana, hanno proseguito nell’ordinaria amministrazione. Ordinaria amministrazione che, in un sistema al collasso come quello ereditato dai precedenti governi regionali, significa a stento ‘sopravvivere’.

Ad oggi, al di là delle richieste di dialogo, non viene prospettata alcuna soluzione per il sistema sanitario privato accreditato che costituisce argine alle lungaggini delle liste d’attesa lucane.

Da mesi, chiediamo un tavolo politico del centrodestra per elaborare un piano Marshall per la sanità lucana, non appetibile per i medici e poco efficiente per i cittadini. È necessario passare dalle parole ai fatti nel più breve tempo possibile. I Lucani non possono aspettare oltre.

Sen. Gianni Rosa