Arrivano tardi i rimborsi chilometrici per i dipendenti dell’Asp di Potenza, impegnati in trasferta per coprire un territorio vasto. E poi come si dice, a chi figlio e a chi figliastro, l’entità del rimborso cambia rispetto al servizio di appartenenza.
   A denunciare  lo scandalo è la Fials, il maggiore sindacato autonomo del comparto sanità.
Nonostante – spiega il segretario aziendale  Fials di Potenza, Carmine Oliva  – vi sia un regolamento aziendale e una legge regionale che definiscono la questione, i dipendenti ricevono rimborsi differenti per lo stesso chilometraggio. Questa evidente disparità di trattamento tra dipendenti di “SERIE A” e di “SERIE B” genera malcontento nell’ASP”
“Si passa – precisa Oliva  – da rimborsi da 41 centesimi a chilometro (1/5 del prezzo della benzina come da regolamento aziendale) ai venti centesimi (la metà) riconosciuta ai dipendenti del 118.   Eppure i consumi delle autovetture e l’usura sono uguali per tutti ma i dipendenti della
stessa azienda subiscono disparità di trattamento”.
Per il segretario aziendale  della Fials “ad aggravare la situazione anche i tempi incerti dei rimborsi. Nessun regolamento stabilisce i tempi di pagamento. In ASP ci sono lavoratori che aspettano da più di 6 mesi i tanto “desiderati” rimborsi. Eppure ricordiamo all’azienda che per garantire il quotidiano e regolare svolgimento delle attività sanitarie i dipendenti utilizzano, per le missioni, la propria autovettura, anticipando ulteriori spese, dovendo poi aspettare un tempo indefinito per vedersi riconoscere quanto previsto dal regolamento aziendale”.
“A nulla – conclude Oliva  – sono servite le richieste inoltrate all’azienda per adeguare le tariffe del caro carburante a tutti i dipendenti senza creare disparità di trattamento. Chiediamo perciò un unico regolamento per il rimborso chilometrico/missioni, adeguato al rincaro dei costi della vita e tempi di pagamento precisi e cadenzati. In caso contrario la Fials si riserva di adire le vie legali a tutela dei diritti dei dipendenti ASP di Potenza.