“La corsa degli enti pubblici all’acquisto dei crediti fiscali nati da lavori di ristrutturazione potrebbe finire con una brusca e inattesa frenata. Sulle molte operazioni che, con formule diverse, stanno prendendo forma in tutta Italia pesa la classificazione di bilancio dei crediti, che finirebbero per essere considerati una forma di indebitamento.
Così, il Governo starebbe studiando una norma, da inserire in un prossimo provvedimento, che porterà addirittura al divieto di acquisto di questi crediti da parte di soggetti pubblici.
Il fenomeno degli acquisti degli enti pubblici è partito piano, con un’iniziativa della Provincia di Treviso, che ha annunciato l’acquisto di 14,5 milioni di crediti da due banche. Con il passare dei giorni, però, si è rapidamente allargato. Passando dalla Sardegna, che ha approvato una norma nella sua legge di Stabilità, alla Basilicata, poi al Piemonte e via a seguire molti altri. In settimana si è registrata la presa di posizione del governatore della Liguria, Giovanni Toti, anche lui pronto a lanciare un programma di acquisti. Mentre, poco prima, si erano fatti avanti la Provincia e il Comune di Pesaro.
Questo elenco, però, non restituisce da solo la dimensione del fenomeno: attualmente l’acquisto di crediti fiscali è un elemento di discussione in tutte le Regioni italiane e in moltissimi grandi Comuni”, scrive oggi il Sole 24 Ore.
“In sostanza – scrive oggi il Sole24Ore – l’acquisto di questi crediti da parte degli enti pubblici sarebbe considerato indebitamento e, quindi, sarebbe ammesso in forme limitatissime. Non certo nelle proporzioni che alcune amministrazioni stanno ipotizzando in questi giorni.
Inoltre, questi acquisti sarebbero in odore di incostituzionalità: contrasterebbero con i principi del pareggio di bilancio e con le competenze legislative attribuite allo Stato”.
Il lavoro del Presidente Bardi e della maggioranza di centrodestra – vedasi la nota del Commissario regionale della Lega, Pasquale Pepe – rischia di essere vanificato. Speriamo che il parlamento possa migliorare il decreto legge: non poter sbloccare i crediti edilizi sarebbe una beffa per centinaia di imprese lucane.