Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma del segretario regionale di
Azione, Donato Pessolano, sulla situazione politica e amministrativa di
Potenza città.
“Se davvero vogliamo affrontare i temi del futuro della città capoluogo allora dobbiamo iniziare ad adottare un linguaggio di verità, guardare ai fatti, non sottovalutare il sentimento collettivo che si respira nelle vie della città. Potenza vive un momento di smarrimento, pur avendo un’amministrazione in carica non ha una leadership ed una direzione da percorrere. Se dalle cronache dal Palazzo di Città viene fuori il racconto di un consiglio comunale immobile e di una maggioranza troppo litigiosa, tanto da non essere in grado di eleggere il presidente del consiglio comunale, che decide di non decidere lasciando sullo scranno più alto un facente funzioni legittimato solo dal regolamento e non dal voto democratico, da quelle della strada e della città reale è la distanza tra cittadini ed istituzione comunale ad aumentare sempre più, determinando uno scollamento netto tra il risultato elettorale che ha consegnato la guida della città all’attuale maggioranza ed il consenso popolare. Risultato che, giova ricordare, è stato determinato da una manciata di voti dopo un ballottaggio tra due forze collocate agli estremi opposti che hanno diviso la cittadinanza determinando una frattura netta tra blocchi elettorali che oggi è la principale ragione per cui la città si trova difronte ad un perenne bivio tra l’irresponsabilità del non decidere e la necessità di assumere posizioni politicamente mature e impopolari. Nel mezzo ci sono i potentini, alle prese con le complessità di tutti i giorni, i disservizi, le immancabili buche lungo le principali arterie urbane, un pericoloso dissesto idrogeologico che si manifesta ad ogni temporale, l’assenza di una programmazione di lungo respiro che punti a determinare il profilo della città ed il destino della sua comunità. Ma se le colpe della maggioranza sono facilmente ascrivibili ad una mancanza di cultura di governo e di basso tasso di riformismo, a contribuire allo smarrimento collettivo ci sono anche le pose e le posture dell’opposizione che ancora oggi non ha maturato una propria idea di città e che cerca di leccarsi le ferite dalla cocente sconfitta alle ultime amministrative. Eppure di argomenti per imbastire una opposizione sul merito, l’attuale amministrazione ne offre a volontà: dal programma delle attività per le ultime festività natalizie, al degrado in cui ancora versano alcune zone periferiche della città, dall’assenza di cura degli spazi pubblici, all’assenza di una idea di rigenerazione del centro storico e di rammendo con le sue periferie. Potenza è ferma al bivio così come i suoi consiglieri sono ancora fermi alla notte del voto, quando alcuni festeggiavano la vittoria, inneggiando a rivoluzioni improbabili e riscatti identitari tipici di una certa politica ancora a manifestazioni adolescenziali, ed altri piangevano la sconfitta, rimpiangendo il tempo e occasioni sprecate. Potenza ha perso la sua funzione di guida della Regione, ha smarrito la sua identità di capoluogo della Basilicata e ha nascosto, quasi vergognandosene, le pagine più belle e luminose del suo recente passato. La voluminosa e mal riuscita propaganda con cui viene narrata la flebile azione amministrativa ha inevitabilmente prodotto un rumore bianco che stride con i fatti e le prove. Forse gli attuali amministratori, che sembrano ormai rinchiusi in una bolla di autoreferenzialità, hanno dimenticato le piazze e le strade da cui provengono le dignitose e gravi grida di aiuto di una città che soffre di solitudini, povertà e abbandono. Le forze politiche, civiche e sociali che invece si collocano in uno spazio riformista, democratico e liberale – qualcuno direbbe centrale – hanno oggi il dovere di comportarsi da adulte e mantenere una posa dritta e compiutamente responsabile, abbandonando le sirene populiste – di destra e sinistra – dei facili consensi e costruire una valida alternativa a questo stato di cose. Per taluni anche consumando strappi importanti e rinunciando a postazioni di governo, gesto che sarebbe molto apprezzato se ben motivato con le ragioni del buonsenso, della buona politica e non del rancore personale. Per fare ciò serve coraggio. Il coraggio dei liberi e forti, degli adulti e dei visionari, di chi sa bene che l’amore per Potenza da solo non basta ma sa che è fondamentale il sacrificio e la costruzione laboriosa e silenziosa. Rinascere o scomparire, a Potenza una terza alternativa non è data. A questa sfida noi di Azione vogliamo rispondere positivamente, mettendo in campo ogni sforzo e soluzione possibile per aggregare storie e intelligenze che possono determinare un cambiamento reale e non subire più un destino avverso a cui questa maldestra politica sta condannando la nostra città”.