Tutto è avvenuto con la massima correttezza e legalità, e il Comune di Policoro ha agito nella migliore trasparenza possibile. La sentenza n. 056222/2022 di qualche giorno fa del Consiglio di Stato sulla questione “Rifiuti” della cittadina del Metapontino, rinforza e rinsalda quella Giustizia con cui gli ultimi amministratori comunali hanno gestito dal 2018 un tema delicatissimo quale l’emergenza Rifiuti e l’affidamento del servizio della raccolta differenziata.
Un problema importante che l’Amministrazione guidata da Enrico Mascia ha affrontato subito con dignità e onorabilità e le sentenze del Tribunale amministrativo regionale e del Consiglio di Stato lo testimoniano. Peccato che proprio la questione Rifiuti ha segnato una delle più “sanguinose” ferite all’interno della maggioranza a sostegno del Sindaco. Oggi, a distanza di mesi e di una nuova Amministrazione che sta iniziando a governare la città, fa strano pensare che questo punto cruciale, che forse ha poi dato il via all’importante divisione del Centrosinistra alle ultime elezioni, si risolva dopo tanto tempo con un nulla di fatto.
L’ex Sindaco Mascia e l’allora assessore Marrese sono stati bersaglio di una lunga campagna oppositiva da parte di alcuni compagni di viaggio della maggioranza e di quelli della minoranza in Consiglio comunale: in tanti hanno sempre contestato il modo con cui la Giunta policorese avesse scelto di risolvere la questione rifiuti dopo il fallimento della Tradeco.
Oggi si scrive inevitabilmente la parola fine su questa vicenda.
IL COMUNICATO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE (13 NOVEMBRE SCORSO) PIÙ L’AGGIORNAMENTO DELL’ULTIMA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO.
I FATTI – La vicenda nasce dall’improvviso fallimento della ditta Tradeco, avvenuto nel 2018, da cui è scaturito un periodo in cui il Sindaco, Enrico Mascia, ha dovuto emettere ordinanze urgenti per consentire la pulizia ordinaria della città; città che, di fatto, non ha subìto disagi in termini di gestione quotidiana del servizio. Nel frattempo, gli uffici dell’Ente avviano un importante processo di conoscenza e mappatura del territorio, cresciuto per popolazione e per esigenze, tali da consentire una fotografia attualizzata della terza città lucana più grande per popolazione: il tutto affidato ad una delle migliori ditte in Italia specializzate nel settore della pianificazione ecosostenibile dei rifiuti, la Esper, che aveva già effettuato uno studio antecedente sul territorio di Policoro e a cui era stato richiesto un aggiornamento delle conoscenze già acquisite tramite l’elaborazione di un dettagliato piano industriale. Una fase complessa e articolata che ha un primo epilogo importante: il riconoscimento della conformità delle attività procedurali messe in campo dall’Ente, da parte del Ministero dell’Ambiente, intervenuto per chiarimenti resi in contraddittorio con l’Ente.
LA GARA PONTE – A ridosso del termine della fase dello studio del territorio l’Ufficio preposto del Comune avvia una gara-ponte finalizzata ad accompagnare il delicato momento amministrativo e di transizione. Terminata la fase di studio, l’Ente predispone anche gli atti complessi della principale procedura di gara della durata di 7 anni per un costo complessivo di oltre 20 mln di euro, a cui prendono parte ben 11 operatori economici provenienti da ogni parte d’Italia. Considerata la portata della procedura e considerata la delicatezza dell’argomento, il Comune di Policoro sceglie la strada della massima trasparenza per l’individuazione dei componenti della Commissione giudicatrice, completamente esterna, al fine della valutazione degli 11 progetti candidati sempre nel solco della più ampia trasparenza: trasmette 134 pec ad altrettanti Enti di Basilicata (Comuni e Regione) per acquisire la disponibilità di funzionari e dirigenti a prender parte alla Commissione giudicatrice. La sua composizione, infine, avviene mediante sorteggio delle istanze pervenute. I tempi di espletamento delle due gare, i cui procedimenti amministrativi subiscono alcuni rallentamenti aggravati fortemente dalla pandemia che ha costretto la Commissione a lavorare da remoto in videoconferenza, si avvicendano in un lasso di tempo che ha visto entrambe le procedure giungere a conclusione; tale situazione costringe l’Ente a dover individuare il procedimento più idoneo e utile a perseguire l’interesse generale attraverso una decisione non facile oggettivamente perché molto complessa: procedere alla revoca della gara ponte ed aggiudicare quella principale.
LA SENTENZA DEL TAR – Il concorrente primo classificato della gara-ponte, non vedendosi aggiudicare il servizio, decide di ricorrere al Tribunale Amministrativo di Basilicata, facendo avviare un lungo e complesso ricorso, comprensivo anche della richiesta di annullamento dell’aggiudicazione della gara principale, all’esito del quale il TAR di Basilicata lo ritiene inammissibile, stante il cumulo delle domande così come proposte. Situazione, questa, che comporta, da parte dello stesso concorrente, l’avvio di un nuovo ricorso in appello presso il Consiglio di Stato dove il Comune di Policoro, ancora una volta, deve sostenere la sua posizione e difenderla anche in questa autorevole sede.
LA PRIMA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO – Con Sentenza n.7537 del giorno 11.11.2021, il Consiglio di Stato, l’organo supremo della Giustizia Amministrativa, a differenza di quanto sostenuto dal Tar di Basilicata, entrando nella disamina del merito delle due procedure di appalto ha riscontrato: la legittimità dell’aggiudicazione da parte del Comune di Policoro della gara principale; la legittimità da parte del Comune di Policoro della revoca della gara-ponte; l’infondatezza della richiesta da parte del concorrente sia del risarcimento del danno, sia della domanda di indennizzo. Le 26 pagine della sentenza del Consiglio di Stato, di fatto, danno piena ragione al Comune di Policoro.
LA REVOCAZIONE AL CONSIGLIO DI STATO – Dopo la sentenza dell’11 novembre scorso, il ricorrente aveva impugnato la sentenza chiedendo un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato che ha deliberato nei giorni scorsi dichiarandolo inammissibile.