Un pallone per battere le mura del carcere è un’iniziativa nata grazie alla collaborazione con il prof. Incampo. L’idea di regalare dei palloni ufficiali del campionato di Serie A, gli stessi con i quali i ragazzi del CMB si allenano ogni giorno per prepararsi alle sfide settimanali contro Napoli, Catania, Torino, Roma e tutte le altre sedici squadre del campionato, ha l’obiettivo di regalare un pallone di speranza. La finalità rieducativa della pena carceraria è un principio di umanità che ha il beneficio di restituire alla società un individuo rinnovato. Dalle parole ai fatti, però, il passo non è breve. Un semplice pallone, dunque, può diventare uno strumento di aggregazione sociale e restituire speranza ai giovani reclusi di poter *“vincere” *nello sport e nella vita; per *”fare squadra”* sono importanti il rispetto degli altri, del proprio corpo e delle regole.

*Riportiamo qui la lettera integrale dei detenuti inviata al Presidente del CMB Matera:*

“Noi tutti, detenuti della casa circondariale di Matera, vogliamo ringraziare vivamente il benefattore “CMB Matera”, per il nobile gesto di generosità, donandoci dei palloni da calcio in questa struttura penitenziaria. Inviamo questa lettera speranzosi che si evince la nostra
vicinanza e solidarietà perchè vorremmo noi tutti detenuti invitare a meditare *da quanta umanità, e quanta sensibilità c’è nei cuori di chi in molti considerano “scarto” della società, mentre siamo persone che hanno cuore, anima, intelligenza, colpevoli di reati, è vero ma pur sempre “fratelli”.* Queste sono le situazioni per le quali noi detenuti, amiamo e affermiamo che la *”bellezza della solidarietà lenisce le ferite” *oltre il riscatto oltre gli errori commessi. In carcere si vive fuori dall’umanità, si vive nella miseria creata dalle debolezze umane e dagli sbagli da lei provocati. La presa di coscienza pesa, statene certi, però, grazie a persone come voi riconquistiamo la voglia di lottare, riconquistiamo la consapevolezza di esistere. Voi non portate solo la solidarietà, ma portate anche i frutti del perdono e fa si che essere umani in lotta per il riscatto si sentono amati e liberi. Noi vi sentiamo pedalare accanto.

Vogliamo ringraziare il nostro Prof. di Religione, perchè vista la situazione cosi difficile e pericolosa della pandemia, ci viene a trovare, ma soprattutto, per quello che ci viene a portare nel cuore, l’amore di Dio, che non finirà mai”.

*I detenuti.*