A pubblicare la notizia su Facebook è stata Emilia Simonetti, sempre molto attenta ai problemi sociali. Ha denunciato un episodio che deve far riflettere perché conferma che siamo davanti ad una vera e propria emergenza sociale. Cosa è accaduto? Racconta Simonetti.
“Ore 5 del mattino, non è spazzatura, né uno straccio o un cane randagio vicino al palo della luce, è una ragazza rannicchiata per terra che ha bevuto troppo e che non riesce a rientrare nella sua macchina.
Qualcuno l’ha accompagnata fin lì e poi è andato via, a pochi metri un bar aperto ma nessuno sembra vedere e sentire niente, sono le 6 finalmente riesce a entrare in macchina e chiede aiuto a qualcuno per telefono, ma rimane ancora sola.
Questo accade a via Parigi, inimmaginabile qualche anno fa, molti sono distratti o indifferenti al fenomeno che viene chiamata movida, ma in realtà è altro.
Qui a Potenza di notte si verificano ripetute situazioni che per la portata e le conseguenze non ci possono vedere passivi, sono i nostri ragazzi a cui dobbiamo maggiore attenzione e presenza come famiglie ed istituzioni”.
“Non ci possono vedere passivi“, scrive Emilia Simonetti.
Purtroppo, dobbiamo ammetterlo, è l’atteggiamento sempre più ricorrente. Siamo passivi perchè riteniamo che tutto sia normale. Perchè siamo convinti che i giovani devono fare certe esperienze per crescere. Perchè siamo ipocriti. Perchè non abbiamo il coraggio di affrontare i problemi quando si può intervenire per fare prevenzione. Perchè non si ha rispetto dell’altro.
Perchè non abbiamo o non vogliamo prendere coscienza che ci troviamo – lo ripetiamo – davanti ad una vera e propria emergenza sociale. I perchè potrebbero continuare
Sempre più spesso ci affidiamo a frasi fatte, a luoghi comuni. Lo facciamo soltanto per metterci a posto con la coscienza e, come probabilmente è accaduto in questo caso, voltiamo la faccia dall’altro lato per non vedere. Per non vedere anche quando ci si trova dinanzi ad una ragazza che fino a pochi minuti prima era a divertirsi insieme a coetanei ed all’improvviso è sola a terra, alla 5 del mattino, colta da malore per le conseguenze di quel divertimento. Sola per strada.
“Non è spazzatura, nè uno straccio o un cane randagio“, scrive Simonetti. Eppure, quella ragazza probabilmente è stata ritenuta tale da chi poteva intervenire, poteva aiutarla ma non l’ha fatto. Una brutta, bruttissima storia, che deve farci riflettere. Semmai avessimo la sensibilità di farlo.
Articolo tratto da UfficioStampaBasilicata.it