Dalle singolari convergenze trasversali emerse negli ultimi giorni, ma in realtà già visibili quando ero assessore alle Infrastrutture, si comprende che, in mancanza di soluzioni reali, qualcuno ha scelto di adottare la strategia del caos, utile solo a confondere e illudere i cittadini per finalità politiche.

Tavoli, proposte e osservatori che si susseguono senza coerenza o direzione servono unicamente a stordire l’opinione pubblica, senza offrire alcuna prospettiva concreta.

Condivido pienamente quanto espresso dalla CGIL, con la quale, negli anni del mio assessorato, si era instaurato un dialogo serio e costruttivo su obiettivi chiari e realizzabili. Oggi, invece, assistiamo a una gestione disordinata e incoerente delle politiche di mobilità e infrastrutture, priva di una visione complessiva.

La Basilicata deve affermare con forza il proprio ruolo strategico di cerniera tra Campania e Puglia, altrimenti rischia di scivolare in un isolamento sempre più profondo. In questi anni abbiamo lavorato per ammodernare le ferrovie lucane, ma serve uno sforzo ulteriore se vogliamo cogliere le vere opportunità storiche che si presentano.

La bretella Tito, Auletta rappresenta una di queste occasioni, la sua realizzazione migliorerebbe sensibilmente tempi di percorrenza e funzionalità della direttrice Taranto, Metaponto, Potenza, Battipaglia. Solo completando quest’opera si potrà dire, finalmente, che l’Alta Velocità è arrivata anche in Basilicata.

È chiaro che esistano ostacoli tecnici ed economici, ma scartare questa ipotesi a priori sarebbe un errore grave e miope. Per superare le difficoltà servono visione, programmazione e coraggio politico, la Basilicata deve saper interpretare questa missione con determinazione, senza limitarsi ad amministrare l’esistente o a riproporre vecchie soluzioni logore.

Va chiarito, inoltre, un punto fondamentale, la vicenda di Romagnano riguarda l’Alta Capacità, non l’Alta Velocità. Continuare a confondere i due concetti genera solo equivoci e strumentalizzazioni che avvelenano il dibattito pubblico.

In questo scenario, Taranto assumerà un ruolo decisivo, diventando, come ha ricordato Lucio Caracciolo, un porto dalle implicazioni geopolitiche epocali, destinato a stravolgere gli equilibri economici e strategici del Sud. Ciò richiederà investimenti ferroviari di grande portata, ai quali la Basilicata dovrà necessariamente agganciarsi se non vuole restare ai margini dei nuovi flussi e delle nuove rotte.

C’è chi, da più parti, sta giocando con i diritti e con gli interessi dei lucani, esponenti politici che utilizzano il tema ferroviario non per offrire servizi ai cittadini, ma per trarne vantaggi personali. È tempo di dire basta, si torni su binari di serietà e si metta fine a certi intrecci e manovre che nulla hanno a che vedere con l’interesse della Basilicata.

Qui, più che strategie innovative, emergono i soliti trucchi di potere di politicanti in difficoltà, che tentano di mascherare la propria inconsistenza con abili espedienti. Noi, al contrario, abbiamo presentato proposte concrete, senza vendere illusioni né alimentare rivalità di campanile. È tempo di tornare nella stazione della visione e di uscire dall’ingorgo di parole.

Donatella Merra