È fondamentale che le scelte strategiche per il futuro di Matera nascano da un percorso di condivisione e trasparenza, coinvolgendo attivamente la cittadinanza e le sue istituzioni rappresentative. Per superare un modus operandi del passato, caratterizzato da decisioni prese in solitudine, è oggi indispensabile informare tempestivamente la città, a partire dal Consiglio comunale, sulle iniziative di grande valore che la interessano.

Siamo infatti preoccupati che, ancora una volta, il Comune e il Consiglio vengano esclusi dalle decisioni su opere che incideranno profondamente sul tessuto urbano, come quelle finanziate con i fondi del PNRR (tra cui il parco intergenerazionale e il parco dello stadio). Apprendiamo di un “Master Plan” che, sebbene firmato dalla presidenza regionale, sembra procedere senza il necessario confronto pubblico e istituzionale, persino su varianti urbanistiche significative che si estendono per 18 ettari.

Il rischio è di ripetere gli errori del passato: approvare grandi progetti preliminari privi di un piano di gestione sostenibile. Ne sono un triste esempio l’altopiano murgico, il planetario e il Museo demoetnoantropologico, opere realizzate e poi lasciate all’abbandono, diventando un costo per la comunità anziché una risorsa.

Chiediamo quindi chiarezza. Esiste un piano strategico? Un business plan? Una copertura finanziaria adeguata per la gestione futura? Sono stati presi accordi con altri soggetti pubblici o privati? Prima ancora di discutere gli aspetti architettonici, è nostra responsabilità definire chi gestirà queste nuove opere e con quali responsabilità, per garantire quella qualità necessaria a competere con altre realtà territoriali.

L’entusiasmo dei cittadini nascerà solo dai risultati concreti, non da nuove delusioni.

Un patrimonio da recuperare: rigenerare gli immobili abbandonati

Parallelamente, è urgente affrontare il tema degli immobili pubblici in stato di degrado. Cooperative sociali, associazioni e gruppi cercano spazi per svolgere attività a beneficio della comunità, spesso rivolte ai più fragili. L’inerzia politica e burocratica non può continuare a negare queste opportunità.

Di seguito un elenco, non esaustivo, di immobili che potrebbero essere immediatamente destinati a nuove funzioni, sulla base di progetti coordinati e di interesse generale:

Patrimonio comunale e di altri enti:

  • Ex Provveditorato
  • Ex Casa dello Studente (via Lazazzera)
  • Ex Mattatoio (zona industriale di La Martella)
  • Ex scuola “Alessandro Volta”
  • Ex sede Acquedotto Lucano (via Lucana)
  • Palazzo del Casale (Sassi)
  • Quartiere degli Artieri (Sassi)
  • Planetario
  • Museo Demoetnoantropologico (Sassi)
  • Urban center – Biblioteca “Leonardo Sacco” (piazza San Pio X)
  • Cine-teatro “Kennedy”
  • Ipogei di piazza Vittorio Veneto e piazza San Francesco
  • Castello Tramontano
  • Teatro Duni

Patrimonio regionale:

  • Ex Genio Civile
  • Ex Centro per l’alta formazione nel PAIP

Una proposta per il futuro: Matera sede del Consiglio Regionale

Infine, una proposta visionaria ma concreta: trasformare la ex sede della Banca d’Italia nel palazzo del Consiglio Regionale della Basilicata. Sarebbe un giusto riconoscimento agli sforzi della città, un’iniziativa di valore per l’intera regione e un segnale storico per stemperare le rivalità campanilistiche tra i due capoluoghi.

Questa scelta alleggerirebbe Potenza da alcune funzioni amministrative, spingendola a sviluppare nuove vocazioni, e compenserebbe Matera per il trasferimento di uffici importanti avvenuto in passato (come la stessa Banca d’Italia e la Camera di Commercio). Un decentramento che potrebbe portare benefici a entrambe le città e all’intera Basilicata.

Saverio Acito

Consigliere comunale

UDC Matera