I dispiaceri, le amarezze, le condanne dopo sciagure prevedibili ed evitabili, come l’incendio di Metaponto, non hanno ragion d’essere. Anzi provocano amarezze nelle persone normali che credono ancora nelle istituzioni pubbliche, meglio nello Stato.
Per definire i cambi di gruppo nei consigli comunali, regionali e in parlamento, nel linguaggio abituale si parola “transumanza”, che rappresenta una pratica pastorale antica che consiste nello spostamento stagionale di bestiame alla ricerca di pascoli freschi. Si tratta di metafora che rende bene l’idea del fenomeno e relative finalità della “transumanza politica”.
Le cause sono da ricercare nell’assenza di etica e caduta di valori, oltre che di mancanza di differenze politiche sostanziali tra vari partiti in campo, smontati ideologicamente dal consumismo e dalle sue gravi conseguenze sociali, economiche ed ambientali.
In sintesi, il deprecato fenomeno dei cambi di casacca si traduce, nei fatti, nella ricerca continua del potere; quasi mai accade che si abbandona il potere per criticare chi lo gestisce o per ostacolarne gli effetti deleteri.
I soggetti della “transumanza politica” sono due; chi la pratica e chi ne beneficia. Sbaglia, perché volutamente guercio, chi critica solo chi la pratica.
I beneficiari dipendono dalle circostanze. Nel caso del Consiglio Comunale di Matera. Il primo a beneficiarne è il Sindaco Nicoletti, il quale eletto tale senza maggioranza consiliare, si trova d’emblée (apparentemente) con una maggioranza che lo sostiene.
Esiste un nervo scoperto che non si vuol toccare, che irrita i faziosi, i partigiani e i politicamente guerci.
In lingua italiana coloro che vengono meno a un impegno assunto solennemente si chiamano traditori; i sostenitori di Cifarelli, candidato Sindaco, hanno sottoscritto un “patto di lealtà politica” contro centrodestra e Nicoletti, confermato DAI DICIOTTO CONSIGLIERI ELETTI.
Dopo tali impegni solenni, più del giuramento di Pontida, è accaduto che nella prima riunione di Consiglio Comunale -con l’apparente sconcerto di tutti- alcuni firmatari di tale patto hanno dichiarato di voler sostenere il Sindaco Nicoletti per il bene della Città.
Conseguentemente, il problema che ora si pone, più che legittimo, per il governo della Città è la credibilità ed affidabilità politica non solo di chi ha tradito quel patto, ma anche di chi accoglie chi ha tradito.
PIACCIA O NON PIACCIA È COSI’.
L’accoglitore, cioè il Sindaco, per ovvi ed evidenti motivi e ragioni, diventa garante della credibilità e affidabilità politica sia dei suoi “soccorritori” che di se stesso. Anche perché i Romani, che fessi non erano, dicevano tradire è un vizio.
L’alternativa a pateracchi e inciuci è quella indicata dalla legge elettorale, di cui si dirà a poco.
Nicoletti, per andare avanti, ha scelto il metodo De Ruggieri, il quale -eletto Sindaco con coalizione di centrodestra e il sostegno di opportunista di sinistra- è stato tenuto in vita -per finire il mandato- con bombole d’ossigeno fornite e attaccate di volta in volta dal PD. Non è esempio di amministrazione da seguire. Nicoletti è un suo allievo.
C’è chi, facendo lo gnorri, sostiene che, per evitare nuove elezioni, non ci sarebbero alternative all’accettazione della transumanza.
Mi sono occupato di anatra zoppa per motivi professionali. Ho patrocinato un ricorso al TAR per conto di una collega di Potenza quando è stato eletto Sindaco Dario De Luca. Sollevai eccezione di incostituzionalità della norma che consente l’elezione del Sindaco senza maggioranza in Consiglio comunale, ritenuta non manifestamente infondata, comunque rigetta.
Torna utile ricordare la sintesi della motivazione:
– per poter amministrare esistono due maggioranze tra loro alternative: una elettorale, l’altra consiliare.
– in presenza di anatra zoppa, il Sindaco ha la possibilità di presentare formalmente al consiglio comunale il progetto in base al quale è stato eletto, con gli assessori, tutti, che lo devono coadiuvare nella funzione.
– se in consiglio emerge una maggioranza che condivide, se ne dà atto con atto formale consiliare e trasparente, che comporta assunzione di responsabilità civica e giuridica. In mancanza ci si dimette e si va a nuove elezioni. Questo è lo spirito dell’attuale legge elettorale che prevede l’elezione diretta del sindaco.
Si tratta di metodo che vuole impedire maggioranze posticce e tradimenti politici.
Il Sindaco e solo lui, questo deve essere chiaro, è l’arbitro cui è affidata la valutazione dell’esistenza di presupposti per andare avanti, assumendosi relativa responsabilità, oppure provocare con le sue dimissioni lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale, che può anche essere provocato dalle dimissioni della maggioranza dei consiglieri eletti.
Nel caso di specie, essendo venuta meno la maggioranza rappresentata dai 18 consiglieri di opposizione, l’arbitro unico a decidere è il Sindaco Nicoletti, il quale se segue, come pare, il metodo De Ruggieri, non avrà vita lunga, come Sindaco, anche per gli assessori nominati non graditi da tutta la coalizione che lo ha fatto eleggere.