A un anno dall’insediamento in Consiglio Regionale possiamo affermare di non aver mai abbassato il livello di attenzione sulla risorsa più importante della nostra terra: l’acqua.
Acqua che c’è, ma che si disperde. Acqua che è mancata alle famiglie e che continua a mancare agli agricoltori. Abbiamo intrapreso ogni azione possibile in qualità di esponenti dell’opposizione, depositando interrogazioni, chiedendo audizioni e consigli straordinari sul tema e contribuendo all’approvazione di ordini del giorno. Come gruppo consiliare M5s Basilicata abbiamo impegnato la Giunta a redigere il piano di tutela delle acque, individuando le cosiddette aree di salvaguardia; a elaborare il piano di adattamento ai cambiamenti climatici; a riferire puntualmente in Consiglio lo stato di avanzamento dei lavori relativi alle infrastrutture idriche e abbiamo chiesto al presidente Bardi di valutare la possibilità di richiedere l’estensione dello stato di emergenza a tutta la Basilicata e non solo allo schema idrico Basento-Camastra.
Vigileremo affinché questi impegni non restino lettera morta e, soprattutto, chiediamo al Presidente di comunicarci se abbia o meno valutato la possibilità di richiedere l’estensione dello stato di emergenza.
E no, a chiederlo non è soltanto il M5s, ma tutti gli agricoltori che dal Vulture al Metapontino stanno urlando il proprio grido di dolore e allarme.
Pochi mesi fa, a Lavello, hanno manifestato centinaia di agricoltori, chiedendo di invasare immediatamente la diga del Rendina; e poche ora fa, a Montalbano, altre centinaia di agricoltori hanno protestato rivendicando attenzione e centralità per quello che è il comparto più produttivo della Basilicata.
Raccogliendo questo allarme e tenendo fede a un impegno assunto nei confronti della comunità lucana, abbiamo chiesto di riaprire la discussione in terza commissione, a partire dalle audizioni dell’assessore Cicala e dell’amministratore del Consorzio di bonifica.
Al di là delle legittime conferenze stampa, esistono luoghi e sedi istituzionali entro cui discutere e sviscerare problematiche complesse, proprio come quella della crisi idrica.
Si apra subito il confronto. Non possiamo stare a guardare mentre si asseta tutto il comparto agricolo: ne vale dell’economia e del futuro del nostro territorio.