Attuare politiche virtuose che valorizzano Matera e la sua provincia per le sue peculiarità e buone pratiche, al fine di evitare spinte referendarie pericolose e dannose per la Basilicata. Estendere, per esempio, la gestione positiva e le competenze del Consorzio Industriale di Matera all’intero sistema industriale della Regione Basilicata può essere una risposta. Alla luce della procedura di liquidazione iniziata il 6 marzo 2021 del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza in forza della L.R. n. 7/2021. L’attuale API.BAS nata con un capitale sociale pari a 5 milioni di euro e una mission connessa allo sviluppo delle 8 aree industriali della Provincia di Potenza, ad oggi si è rivelata una società il cui quasi unico interesse è concentrato sull’applicazione del Bonus Gas Regionale, con tutte le conseguenze del caso. Tematica che tra l’altro avrebbe dovuto essere affidata alla SEL, Società Energetica Lucana, creata proprio per gestire tutti gli investimenti e le progettualità regionali relative all’energia, a 360 gradi. Dalla emanazione della sofferta legge regionale n. 7/2021, avevamo tutti sperato, credo anche il Presidente Bardi ed il proponente Assessore Cupparo, che la crisi della gestione delle aree industriali si sarebbe potuta definitivamente superare e che la prospettiva potesse essere disegnata con il redigendo PFTE per l’infrastrutturazione primaria e secondaria della Zes di Tito. Un progetto di 22 milioni di euro che avrebbe dovuto aumentare la capacità ricettiva di una delle aree strategiche del mezzogiorno. A ciò devono aggiungersi gli 8,8 milioni di euro destinati alla manutenzione, ai piani di marketing e alla realizzazione del Sistema Informativo Territoriale. Insieme ai due progetti di efficientamento energetico di 15 milioni per garantire un abbassamento della bolletta di Acquedotto Lucano, gestiti da API-Bas, fermi e a rischio di restituzione del finanziamento. Tutto purtroppo è pericolosamente e sostanzialmente bloccato. Ritengo pertanto che, a distanza di anni, considerati i ritardi accumulati per il raggiungimento degli obiettivi, sia diventato indispensabile proporre qualcosa di diverso e accelerare ogni azione possibile finalizzata ad investire questi 31 milioni di euro disponibili per il bene di un sistema industriale lucano che deve resistere alle crisi di Stellantis e non solo.
E’ per questi motivi che, recuperando una proposta fatta dal sottoscritto in occasione della discussione sulla costituzione di APIBAS del 2021, una soluzione possibile ritengo possa essere quella di affidare risorse e competenze a livello regione al CSI della Provincia di Matera, ente fondato il 5 agosto del 1961, dopo la scoperta di estesi giacimenti di metano nella Valle del Basento.
Contabilmente virtuoso, con una struttura finanziaria sana che produce utili, il CSI di Matera gestisce oggi tre aree industriali (una in Val Basento a Ferrandina, diventata retro-porto del Porto di Taranto, le altre due di Jesce e La Martella a pochi chilometri da Matera) di medie dimensioni, in cui operano centinaia di imprese. Ha partecipazioni strategiche nella società di gestione dei servizi industriali in Valbasento (Tecnoparco) che eroga servizi migliorabili ma efficienti, adeguati alle attese. Il rilancio delle aree industriali della Regione Basilicata e l’attività di valorizzazione e promozione finalizzata all’incremento degli investimenti di imprenditori locali e nell’attrarre quelli extra regionali, credo sia uno degli obiettivi principali da perseguire, con visione e assoluta determinazione, se si vuole provare a resistere mantenendo unito ed efficientando il “Sistema Basilicata” per generare economia e, soprattutto, occupazione giovane e qualificata.
Luca Braia (Italia Viva) Già consigliere regionale