“Rispondere alla drammatica carenza di personale sanitario in Italia attraverso il reclutamento di diecimila infermieri indiani anziché investire nei nostri infermieri, valorizzando una professione che è fondamentale per la qualità dell’assistenza sanitaria, è profondamente sbagliato, nella misura in cui non tiene conto dei tantissimi infermieri italiani che lavorano all’estero e che sarebbero ben lieti di ritornare in Italia se trattati dignitosamente”.

È quanto afferma, in una nota stampa, il capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata casa comune, Giovanni Vizziello.

“Nessuna preclusione nei confronti degli infermieri stranieri – spiega Vizziello – ma la circostanza che migliaia di infermieri formati in Italia e che parlano la nostra lingua lavorino in Europa dovrebbe indurre il Ministro Schillaci a far sì che possano rientrare in Italia, offrendo loro migliori condizioni contrattuali, sotto il profilo economico e delle prospettive di carriera, atteso che attualmente nel nostro Paese l’inquadramento degli infermieri resta lo stesso dal primo all’ultimo giorno di lavoro”.

“Turni di lavoro meno massacranti, riconoscimento della condizione di lavoro usurante, retribuzioni adeguate, migliori prospettive di carriera e nuove lauree magistrali ad indirizzo clinico sono quello che chiedono gli infermieri e che rendono finalmente attrattiva questa professione – sottolinea Vizziello – richieste alle quali il Governo Meloni risponde con una Legge di Bilancio che prevede per gli infermieri un aumento di retribuzione di 7 euro per il 2025 e di 80 euro per il 2026”.

“Una elemosina per chi guadagna il 50% in meno di un collega del Belgio, il 35% in meno di un infermiere tedesco o il 27% in meno di uno spagnolo – conclude Vizziello – e che, probabilmente, scoraggerà anche gli infermieri indiani dal venire a lavorare in Italia”