I Cpr sono centri di detenzione amministrativa dove vengono trattenuti i migranti sottoposti a un ordine di espulsione, in attesa di essere rimpatriati. Fino a quel momento, chi vi è trattenuto deve considerarsi ospite dello Stato Italiano. 

Per questo, la morte del giovane 19enne Oussama Bellmaan non può essere chiusa come un fatto normale, come qualcosa che può capitare. 

E se lo scenario è quello del CPR di Palazzo SG, a maggior ragione oggi dobbiamo fare chiarezza sull’accaduto, sia sotto l’aspetto giudiziario e sia sotto quello politico e istituzionale.

Lasciamo lavorare con la massima fiducia la Procura di Potenza che è intervenuta confermando alcune circostanze che denunciavamo da tempo e cioè a Palazzo San Gervasio non si è in linea con lo standard di sicurezza della salute che sia degno di uno Stato civile.

Altro punto rilevante che è emerso dai primi rilievi degli inquirenti, riguarda l’assenza di un medico nel lasso di tempo in cui è accaduto il decesso del giovane extracomunitario, fermato e portato nel Centro di permanenza per il rimpatrio il 24 maggio.

Da allora restava detenuto in attesa di rimpatrio.

Alcuni giorni fa veniva ricoverato all’Ospedale San Carlo di Potenza per un tentativo di suicidio. Poi sarebbe stato riportato nel Cpr, senza che qualcuno monitorasse la sua condizione.

La versione ufficiale è quella di morte per arresto cardiaco, anche se la Procura, almeno al momento, non esclude alcun tipo di reato, compreso l’omicidio colposo o doloso.

La stessa procura che dice che in teoria, sul ragazzo nel Cpr doveva esserci un controllo, ma che al momento dei rilievi fatti, lunedì, era presente un solo infermiere, deputato al controllo di 104 ospiti.

Inoltre, il ragazzo, lunedì mattina doveva sottoporsi ad una terapia medica ma non si è presentato, senza che però nessuno lo richiamasse.

Il CPR di Palazzo San Gervasio è già stato al centro di indagini e di scandali, tant’è che nello scorso mese di luglio, si sono concluse le indagini preliminari sulla passata gestione, con avvisi notificati a 26 persone, tra medici, gestori, avvocati e agenti delle forze dell’ordine: i reati ipotizzati sono, a vario titolo, maltrattamenti, truffa ai danni dello Stato, corruzione, frode in pubbliche forniture e altri.

Il 20 gennaio 2023 ci pensava la famosa trasmissione televisiva “Striscia la Notizia”, a far vedere a tutta l’Italia le condizioni disumane in cui vivono i detenuti in attesa di rimpatrio.

Personalmente ho visitato più volte quel posto. Nel febbraio 2023 ho presentato una interrogazione al ministro Piantedosi per fare chiarezza sulla vicenda ma il Ministro ha scelto di non rispondere.

Durante i lavori d’aula dell’altra sera ho annunciato che presenterò una seconda interrogazione per fare chiarezza su quanto accaduto e che sarà accompagnata da una lettera che scriverò al Presidente della Camera affinchè intervenga su un ministro che non può più restare in silenzio sul CPR di Palazzo San Gervasio.

Quel centro deve chiudere.

Oggi un padre e una madre piangono un figlio di 19 anni, morto mentre era ospite dello Stato Italiano.

Deputato Arnaldo Lomuti