La venuta dell’Ad di Stellantis Carlos Tavares in Basilicata non è solo una buona notizia ma anche l’occasione per far ripartire il dialogo tra la multinazionale ed il nostro territorio. Un dialogo che è stato assente negli ultimi 5 anni. Lo dico in spirito costruttivo e nell’interesse del sistema produttivo lucano, partendo dai lavoratori della casa automobilistica, ma con un’attenzione particolare a quelli dell’indotto che rischiano di pagare il conto più salato nel processo di riconversione all’elettrico.

In questo possiamo confidare in un atteggiamento tutt’altro che ostile di Tavares. Le sue parole al quotidiano Avvenire, in cui tradisce l’emozione dell’assistere alla conquista del mercato statunitense con le Jeep in uscita da Melfi, mostrano come ci sia un combinato di orgoglio e razionalità a pesare in favore dello stabilimento lucano. Nell’impresa la razionalità ha un peso importante e il sistema istituzionale deve saper creare le condizioni giuste di contesto in cui l’iniziativa industriale deve svilupparsi.

Un’attività che negli ultimi anni è invece mancata, mentre dobbiamo essere grati ai sindacati che hanno saputo supplire a questa carenza tenendo in piedi un confronto costante con l’azienda e anche rappresentando le istanze del sistema produttivo agli enti locali, non limitandosi alle sole e pur sacrosante rivendicazioni dei lavoratori, ma rivendicando azioni per rendere il territorio competitivo.

Questo patrimonio rappresenta una base su cui ricostruire e la visita di Tavares deve essere il momento della ripartenza.

Angelo Chiorazzo