Viviamo un’epoca nella quale la comunicazione si somma se non si sostituisce alla politica. La moda americana di ridurre la politica a comunicazione è stata poi ripresa in Italia per primo da Silvio Berlusconi, che ha poi fatto scuola. Gli stessi grillini comunicativamente solo debitori al defunto Cavaliere. Ovviamente la comunicazione significa tutto e niente.
Gli errori comunicativi di Marrese sono stati evidenziati da molti, anche da un giornalista non certo di destra come Gianni Riotta.

La comunicazione di Bardi invece è stata sobria ma efficace. Il Presidente uscente ha ottenuto 2.700 voti in più della sua coalizione, mentre Piero Marrese ha raccolto 5.800 voti in più delle liste a lui collegate. Uno spread ridotto, se pensiamo alle ultime regionali in Sardegna e Abruzzo, dove Todde e D’Amico hanno preso molti più voti dei candidati di centrodestra. Vuol dire che il voto di opinione in Basilicata non esiste, che non è stato solleticato dall’offerta politica di centrosinistra, sicuramente punita dall’astensione e che Bardi è riuscito a fare una cosa non banale di questi tempi: intercettare il flow e raggiungere il risultato.

La società di comunicazione che ha seguito la campagna elettorale di Bardi è Vis Factor, guidata da Tiberio Brunetti, già accanto a Bardi nel 2019 e quindi due volte vincitore in Basilicata. Ha avuto il merito di non snaturare lo stile di Vito Bardi, la cui sobrietà non è certo di moda, di non inseguire le tecnicalità social e sciocchezze come il numero di likes, i commenti negativi degli account fake e il sensazionalismo ormai tipico del web, tutti elementi che sarebbero stati controproducenti.

Bardi e la sua agenzia di comunicazione hanno tenuto una linea di fermezza, non hanno mai risposto agli avversari, tranne in tre occasioni, quando da sinistra sono arrivati veri e propri assist: il virgolettato (poi smentito) di Speranza sulla Basilicata regione di Serie B, propedeutica al lancio del claim “orgoglio lucano”, la risposta alla Schlein sui cittadini di serie A e di Serie B (troppo facile citare di nuovo il virgolettato di Speranza) e la nota stonata di Chiorazzo sulla sanità, subito inchiodato sul proprio conflitto di interessi. Mai una risposta a Marrese: un eventuale engagement sarebbe stato solo nocivo per Bardi, che ha spostato il focus più in alto, schivando sempre le frecciatine poco convinte di Marrese, che pure aveva non pochi argomenti personali e politici per inchiodare Bardi.

Una campagna elettorale di strategia, che viene prima della comunicazione, che è una sua declinazione, non l’asse principale. Così Vis Factor ha supportato Bardi e ha vinto la sfida. Di nuovo. 5 anni dopo. La riconferma è sempre la sfida più difficile da vincere.

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