Non abbiamo mai capito il motivo di tanta insistenza da parte di Roberto Speranza nel voler imporre Angelo Chiorazzo al M5S, pur sapendo che non era possibile, dopo che il fatto quotidiano aveva scoperto il conflitto di interessi del re delle coop, che solo con la regione Basilicata ha avuto e ha 140 milioni di euro di appalti. Non lo abbiamo capito, anche perché Speranza è sempre stato uno dei maggiori fautori dell’alleanza tra Pd e M5S, che in Basilicata è stata minata proprio da Chiorazzo, personaggio discusso, ingombrante e inviso dalla prima ora al movimento di Conte o almeno a una buona parte di esso.
Il disastroso virgolettato apparso sul Corriere della Sera, in un articolo a firma Maria Teresa Meli, non una qualunque, nel quale Speranza definiva la “Basilicata una regione di serie B”, a onor del vero subito smentito, ha fatto il giro del web, di whatsapp e dei social. Sempre per rispetto della verità, non che prima di tale virgolettato Speranza godesse di grande affetto in Basilicata, ma oggi sicuramente meno.
Speranza ha dunque declinato l’invito a candidarsi come Presidente, ha puntato tutto su Chiorazzo, ha litigato con il Pd nazionale e alla fine ha dovuto subire la scelta di un carneade, un medico pugliese in servizio in Basilicata, amico di De Filippo e del direttore sanitario di Auxilium, secondo quanto leggiamo su Huffington post, che alla fine si sono inventati tal Lacerenza.
Un nome che rivaluta Carlo Trerotola, farmacista stimato da tutti, ben voluto da tutti, lucano vero e sempre dalla parte dei più deboli. Colpevole solo di stare al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sul Dr. Lacerenza se ne dicono tante e le sue prime dichiarazioni sono state disastrose, ma a ogni modo è un bravo medico, da 20 anni in Basilicata.
Ma è stata la scelta di Elly Schlein e Giuseppe Conte, che hanno tolto il file Basilicata dalle mani di Speranza. Il quale già sperava di reinsediare il partito regione in Viale Verrastro con il suo fido Chiorazzo. Voleva riportare le lancette indietro a 20 anni fa.
Adesso Speranza si ritrova con un pugno di mosche in mano. E pensare che questi erano ritenuti anche i grandi politici, scalzati da una destra di dilettanti allo sbaraglio, che avevano osato usurpare il trono al partito regione. Che con Lacerenza ha toccato il fondo del dilettantismo politico. Il centrosinistra in Basilicata ha un solo modo per rilanciarsi: si ritirino tutti i propri dirigenti a vita privata.
Diano spazio alle nuove generazioni.