Marco Travaglio detta la linea al capo largo, restringendolo. Aveva detto poche ore fa che lui era contro il campo largo, contro Renzi e Calenda, contro anche il Pd e Conte ha messo in pratica il precetto in Basilicata: il candidato al PD lo impone il M5S, dopo il no ad Angelo Chiorazzo gridato dal Fatto Quotidiano e ribadito dal M5S, un no al re delle coop accolto senza colpo ferire da Elly Schlein.

L’ipotesi Speranza non è mai esistita, perché l’ex ministro sapeva bene che la Basilicata sarebbe stata la sua Waterloo politica, data l’antica impopolarità in terra lucana, definita addirittura di serie B (ma poi ha smentito, ovviamente. Il danno però é stato fatto).

Onestamente, nessuno sa chi sia il Dr. Domenico Lacerenza. Chiederanno se è parente del campione, diranno che è pugliese, barlettano o foggiano che sia, ma in 40 giorni sarà difficile farlo conoscere ai lucani. Un autogol, insomma, e a sinistra lo sanno bene.

Pittella, forse il migliore politico lucano, sa che con Lacerenza si perde. Sa che è solo l’imposizione di Conte al Pd, la resa della Schlein spaventata di essere travolta alle Europee e poi cacciata dalla vecchia guardia del Pd. E per questo il leone di Lauria ha mandato a qual paese il camposanto al peperone crusco. Alla fine ha avuto ragione Fiorello. Amen.

[email protected]