Fu il 7,8 in Sardegna, è stato il 6,9% in Abruzzo. Il M5S quando alle regionali corre insieme al Pd va sempre a una cifra, più vicina al 5 che al 10. Sarà lo stesso anche in Basilicata, con una lista ancora da comporre, un movimento dilaniato, metà già nelle braccia di Chiorazzo e metà “mai con Chiorazzo”, con il partito materano che farà a meno di Perrino e chissà se alla fine Bennardi e i suoi non votino per il bene comune…

La vittoria della Todde in Sardegna, ottenuta unicamente “grazie” al candidato sbagliato del centrodestra, che ha schierato il terzo sindaco più impopolare d’Italia, ha nascosto il tracollo del M5S. Ma la sconfitta in Abruzzo, nonostante la narrazione dei giornaloni di questi giorni raccontasse un testa-a-testa che mai c’è stato, mette in evidenza i limiti del M5S.

Con il campo largo, a meno che il candidato presidente non sia del movimento, il M5S sparisce. E in Basilicata, da primo partito alle politiche, rischia di diventare un partito da un consigliere regionale.

Cosa c’entra il m5S con Chiorazzo? Cosa c’entra con Pittella? Come può il M5S partecipare al campo largo? Andare da soli è l’unica soluzione per sopravvivere.

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