Telefonate tra Roma e Potenza, incontri infruttuosi nella Capitale ed eventi confermati in Basilicata: Chiorazzo resta in campo. Il suo tentativo nazionale è da consumato giocatore di Texas hold’em, oppure c’è dell’altro? Da quanto ci risulta da Roma, pare che il nervosismo dei vertici nazionali di Pd e M5S sia alle stelle. A 5 stelle, soprattutto.

I partiti sono disarmati su territori, le liste sono vuote, Pd e M5S rischiano il tracollo, fagocitati o da un centrodestra con il vento in poppa o da un Chiorazzo che è l’unico ad aver aggregato in questi mesi a sinistra, svuotando di fatto Pd e M5S.

A 12 giorni dalla presentazione delle liste, quello che può sembrare un bluff in realtà è una strategia, che ha un solo approdo: Angelo Chiorazzo. E come? Portare i partiti nazionali allo sfinimento, condurli alla fame e alla fine farsi incoronare come unica opzione possibile. Oggi anche Bonelli ha detto di “no” a Chiorazzo, ma l’imprenditore di Senise, il re delle coop, è uomo di ingegno e di volontà, con risorse illimitate e pronto a giocarsi l’occasione della vita. Ci proverà fino alla fine.

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