Bisogna dire che la strategia dell’uno contro tutti di Chiorazzo e del coro locale a lui più vicino è contraria a ogni regola della politica e della comunicazione, ma rende simpatico l’uno e divertenti gli altri.
Può essere che dalla Basilicata venga un nuovo modo di fare politica, ben oltre il Marchese del grillo, magari al peperone crusco di Senise DOP, con un modello che farebbe impallidire anche Giorgia Meloni, oggetto di quotidiane critiche da Dagospia proprio per un atteggiamento di (presunto) egotismo che però impallidisce dinanzi al Sor Chiorazzo, per restare nei termini romaneschi.
Ovviamente gli addetti ai livori sanno bene cosa c’è dietro le critiche di Dagospia alla premier, ma quaggiù – per tornare alle nostre questioni lucane – il discorso è un altro.
Chiorazzo (e il suo sponsor Speranza, l’ultimo baluardo a Roma dell’imprenditore) ha sfidato apertamente Giuseppe Conte, capo politico del M5S, dicendo a chiare lettere al “Manifesto” che la base del M5S sta già con lui (vai a vedere come e perché), per cui lui non ha bisogno dell’appoggio del M5S nazionale (questi sono i sottotitoli della politica, per chi sa leggerli).
E poi c’è Elly Schlein, di fatto cacciata dalla Basilicata con la andata e ritorno dei suoi emissari nel capoluogo di regione, capaci solo di mettere in evidenza il disastro di un partito locale già tutto appannaggio di Chiorazzo & Co., con un documento scritto a penna blu e votato dai pochi rimasti all’after hours dem. Tutto bellissimo.
Saranno commissariati e felici?
Ovviamente su Chiorazzo c’è anche il veto di Azione e di altri partiti minori di sinistra, ma soprattutto c’è il “niet” elaborato, rivendicato e ribadito del “fatto quotidiano”, con addirittura Marco Travaglio in persona a vergare il “no” a Chiorazzo da parte del suo “giornale-partito”, vero spin doctor di Giuseppe Conte e di quel che resta del movimento grillino.
Difficile che però queste ostilità portino alla creazione del capo largo, che al momento sembra più un capo solo, nel senso che resterà il campo di Chiorazzo, che ormai non può più ritirarsi. O con me o contro di me.
Talmente è disastrosa la situazione nel fu campo largo, che il centrodestra non ha nemmeno iniziato la campagna elettorale.
Chi troppo e chi niente, è il bello della politica in Basilicata.