La sanità in Basilicata è in crisi profonda e il governo Bardi, nonostante le tante promesse di questi anni, ha fallito. Lo dice il deficit che sfiora i 90 milioni di euro, lo dicono le liste di attesa, lo dice l’emigrazione sanitaria che costa ad ogni lucano una spesa a proprio carico di oltre duemila euro l’anno. Le liste d’attesa, sempre più lunghe, rappresentano il punto di maggiore attenzione con il quale si misura il grado di efficienza di un sistema sanitario, non solo per il significato che assume nel rapporto con il cittadino-paziente, ma soprattutto perché è legato alla tempestività delle cure, con una inevitabile e rilevante ricaduta sulla loro efficacia.

In Basilicata, oggi, il diritto alla salute viene negato. A pagare i cittadini lucani privi ormai di qualsiasi prestazione sanitaria e obbligati a curarsi fuori regione.

Abbiamo assistito ad un vero e proprio smantellamento della sanità regionale con personaggi senza alcuna competenza posti alla guida dei dipartimenti e delle aziende sanitarie, scelti da Bardi grazie alla cosiddetta “Pieni poteri”, la riforma dell’ordinamento amministrativo della Giunta regionale, tanto voluta per agire indisturbato in ogni settore.

La nostra è una sanità da rifondare e da liberare da una gestione pedestre e medioevale. Servono competenze, qualità, organizzazione. Occorre mettere in campo un modello di sanità territoriale oggi inesistente che garantisca la presenza di strutture territoriali poliambulatoriali capaci di dare risposte sanitarie diagnostiche e di primo livello ai cittadini in prossimità dei comuni di residenza, unitamente ad un modello di trasporto pubblico che garantisca collegamenti e rapporto di prossimità. Come serve un sistema ospedaliero pensato per garantire in regione l’eccellenza presso le grandi strutture del San Carlo di Potenza, del Madonna delle Grazie di Matera e del Crob di Rionero, nonché altissima qualità dell’emergenza-urgenza e delle branche dedicate nelle altre strutture ospedaliere territoriali. Poco senso ha un modello confuso come quello attuale che non garantisce né l’eccellenza di strutture che invece arretrano come il caso del San Carlo né la qualità delle altre strutture territoriali.

La Sanità rappresenta il settore principale per costruisce una società sana e giusta, che garantisce uguale tutela e dignità ai cittadini. Una sanità malata come quella lucana. che non tutela la salute dei cittadini, soprattutto dei più deboli, è il chiaro segnale di una politica che ha fallito.

Basta improvvisazioni, basta commissariamenti, servono decisioni condivise e plurali, servono azioni decisive e celeri perché la Basilicata non merita questo fallimento e non può più attendere.

Angelo Chiorazzo